#Strada facendo | 09/12/2021

Non chiamatelo Suv

La Defender è una di quelle auto che o si odia o si ama. Alcuni lo considerano l’ennesimo Suv moderno, altri non ne vedono l’utilità. Defender copre la piccola e interessante nicchia dei veri fuoristrada ancora col passo corto.

di Francesco Greco 

Pressoché invariata nell’aspetto e nel concetto, ma aggiornata negli allestimenti e nelle motorizzazioni, la Defender è diventata un vero e proprio status symbol. E in questi casi sostituire un modello così importante è difficile e rischioso.

Come distinguere un Suv da un «vero» fuoristrada? La scheda tecnica può già dire molto: angoli d’attacco, di dosso e d’uscita, altezza da terra, tipo di telaio, sospensioni, cambio ed eventualmente sistemi elettronici. La Defender ha tutte le carte in regola per far parte della seconda categoria, benché per i puristi possa sembrare troppo curata.

In realtà, fa di tutto per sembrare spartana: materiali alternativi, viti e pannelli porta a vista, pedane sul cofano motore, ruota di scorta sul portellone. L’effetto è riuscito, ma alcuni punti non hanno convinto del tutto: i vetri posteriori fissi, l’accesso ai sedili posteriori e il bagagliaio sacrificato (a favore dello spazio per le gambe dei passeggeri posteriori). La versione corta 90 è esteticamente meglio riuscita della lunga 110 e offre maneggevolezza e prestazioni superiori nel fuoristrada.

I motori sono il 3.0 6 cilindri Diesel (con potenze da 200, 250 e 300 cv), il 2.0 turbo benzina da 300 cv o plug-in ibrido da ben 404 cv combinati. Per i più esigenti, ci sono il 3.0 turbo benzina da 400 cv o la versione esagerata «V8», che monta il 5 litri con compressore volumetrico da 525 cv. 

Oggetto di questa prova è il motore «base», che però non è sottodimensionato, anzi: i 500 Nm di coppia permettono alla pesante Defender (oltre 2,2 tonnellate a vuoto) di muoversi più che agilmente. Lodevole è anche il cambio automatico, ben accoppiato al motore. L’ottava lunga permette di viaggiare in autostrada a bassi regimi, consumando meno di quanto dichiarato: facendo attenzione si può scendere sotto gli 8 l/100 km, nel misto si oscilla tra gli 8,5 e i 9 litri.
 
Il verdetto
Un’auto del genere va comprata per utilità o per nostalgia. Chi semplicemente vuole una guida «rialzata», può optare per alternative – sempre offerte dalla casa – che garantiscono più confort a parità di prezzo. La Defender ha qualità fuoristrada più elevate e un prezzo decisamente premium: dai 63mila franchi del modello base si arriva ai 150mila della versione top (e la lista degli optional è sempre ben fornita). Sulla 90 vedremmo bene una versione Cabrio o Soft-top – proprio come all’epoca – per godersi le scampagnate.
 
La Defender è una di quelle auto che o si odia o si ama. Alcuni lo considerano l’ennesimo Suv moderno, altri non ne vedono l’utilità. Defender copre la piccola e interessante nicchia dei veri fuoristrada ancora col passo corto.
 

Modello testato 
Versione 90 D200
Prezzo da 63’400.-
Prezzo vettura test 70’730.-
 
Scheda tecnica 
Motore Diesel, turbo
Costruzione L6, 2996 cc
Potenza max. 147 kW a 4000 g/min
Coppia max. 500 Nm a 1250 g/min
Cambio/no. rapporti automatico/8+8
Trazione integrale permanente
Lungh. x Largh. x Alt. 432 x 200 x 197 cm
Bagagliaio min. - max. 297 - 1263 l
 
Prestazioni e consumi 
Velocità max. 175 km/h
Acceler. 0-100 km/h 9.8 secondi
Consumo misto WLTP 9.6 l/100 km
Consumo test eco 8.0 l/100 km
Consumo test totale 9.0 l/100 km

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sull'edizione del 29.10.2021

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