#Antichi ricordi | 15/09/2023

Le origini dell'acquedotto cittadino

«Oggidì, guai se la città mancasse di acqua potabile per una sola giornata. Eppure trent’anni fa la popolazione si serviva esclusivamente di acqua dei pozzi scavati nei sotterranei delle case, acqua impura e nociva per effetto degli scoli e delle fognature, allora primordiali». Le considerazioni, datate 1925, sono di Pietro Bottani, primo direttore dell’Azienda acqua potabile di Lugano. Le leggiamo nell’opuscolo che aveva realizzato sulle origini e lo sviluppo dell’acquedotto cittadino, stampato in copie limitate. Una la sfogliamo a casa del nipote Piero, che la custodisce gelosamente e con cura.

È effettivamente un prezioso documento d’epoca, ricco di informazioni, fotografie, cartine idrografiche, tabelle delle opere eseguite negli anni. Per esempio: «Fu un avvenimento quando nel 1879 venne raccolta una piccola sorgene, detta di San Carlo, scaturente sotto la stazione ferroviaria in Bertaccio e condotta al Civico Ospedale, situato in via della Posta, ed una fontana in piazza Dante. Nel 1890 una seconda fontana veniva collocata in piazza della Riforma».
Pietro Bottani riassume poi gli sforzi e i tentativi di dotare Lugano di acqua potabile: dopo vari studi, nel 1893, un’apposita commissione propone di abbandonare i progetti precedenti e utilizzare le sorgenti dei monti Tamaro e Gradiccioli. Il 6 agosto 1893, l’Assemblea comunale accorda a riguardo un credito di un milione di franchi: «Venne emesso un prestito in obbligazioni di 500 franchi cadauna al 3,75% rimborsabile entro il 1975». Il 23 dicembre 1894 l’acquedotto è una bella realtà.

Nella foto di gruppo: l’inaugurazione della Sottocentrale di Gemmo; il secondo da destra nella fila in basso è Pietro Bottani.