Il Comune di Viganello – osserva Sandro Beretta Piccoli, a cui appartiene la fotografia – contava a quell’epoca circa 900 abitanti. Le sezioni (miste) di scuola elementare erano quattro, una sola la classe dell’asilo.
Il villaggio (oggi quartiere) alle porte della Città, accoglieva per contro numerosi stabilimenti industriali. Beretta Piccoli ricorda il Molino Bernardoni, il Prosciuttificio Guindani, le Concerie Beretta Piccoli, l’Oleificio Bordoni Sabo, i Molini Bernasconi, la ditta Sacil che commerciava legnami. Le fabbriche occupavano 400/450 dipendenti, le sole concerie ne impiegavano 300.
«L’energia per far funzionare gli stabilimenti industriali proveniva dalle acque della roggia che scorreva sulla sponda sinistra del fiume Cassarate. Fabbriche munite di una grande ruota di ferro con le pale, e l’energia veniva distribuita al loro interno mediante un sistema di pulegge e cinghie di trasmissione in cuoio».
La parrocchia era quella di Pazzalino e già era sorta la nuova chiesa di Santa Teresa, di cui era vicario don Ettore Gobbi. Tutti i terreni a nord e a sud della chiesa erano occupati da orti e pollai. La sola via La Santa era asfaltata, le altre erano in terra battuta e ghiaia.
Nella foto, il Municipio di Viganello in carica nel 1940 con, da sinistra: il sindaco Emilio Rava, del Plr, di professione avvocato e notaio; Giuseppe (detto Nito) Regazzoni, del partito conservatore, titolare delle Carrozzerie Regazzoni; Carlo Bernasconi del Plr (Molini Bernasconi); Battista Beretta Piccoli del partito conservatore (Concerie Beretta Piccoli); Alfredo Mascetti, segretario comunale e direttore delle scuole; sig. Buob del Plr (Sapi fabbrica liquori).
«Salvo il sindaco, che era un notaio stimato dalle famiglie luganesi, gli altri membri della compagine municipale erano tutti imprenditori conosciuti», osserva in conclusione Sandro Beretta Piccoli.