Il Gatto Arturo era nato pappagallo

Fausto Sassi

Di fronte ai consueti «Due bianchini con la portughesa», parliamo del papà del Gatto Arturo, Fredi Schafroth, che in principio, il famoso gattone bianco con il caratteristico vestito variopinto a righe lo aveva disegnato… pappagallo. In tivù, quel simpatico personaggio conquistò subito tutti.

«Cara la mia Portughesa, sai chi è il Gatto Arturo?».
«Come no, quel magnifico gattone televisivo, vestito di uno smagliante abito lungo a righe, che ha accompagnato migliaia di bambini, e lo fa ancora oggi. Perché me lo chiedi?».
«Perché era nato come pappagallo, ma te lo spiego più avanti, come fanno oggi al telegiornale. Ti parlano di una notizia curiosa e interessante ma poi dicono che la faranno vedere più avanti, così ti obbligano a seguire l’intera trasmissione».
«Trucchi per l’ascolto; sono disposta a sentirti fino alla fine, se poi mi racconti la storia del pappagallo-gatto».
«Bene, oggi ti parlo di un artista chiamato Fredi Schafroth».
«Uno svizzero tedesco...».
«No, un ticinese con un nome d’oltralpe. Suo padre, che lavorava nel mondo delle spedizioni nel Canton Zurigo, un giorno, con la moglie ticinese e un bambino di due anni, emigra a Chiasso perché la sua ditta aveva bisogno di personale nella zona di confine. Quindi Fredi, che abita ancora oggi a Chiasso, divenne un perfetto ticinese».
«Capito. Guarda, sta arrivando il Luciano. Lo sapevi che il Gatto Arturo era un pappagallo?».
«Ma va? Sa po pü fidass gnanca di gatt!».
«Davvero, chiedi al Tato».
«Paula calma, ti ho detto che lo spiegherò alla fine».

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sull'edizione del 07.06.2024

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