«Ciao bella donna portoghese, tutto bene al bar Chimera?».
«Ciao Tato, grazie, tutto bene. L’altro giorno ho pensato a te perché ho visto alla nostra televisione un documentario girato nell’oceano Pacifico con la Barca Pulita. Non è per caso l’imbarcazione sulla quale andavi anche tu?».
«Certo, ci sono andato per cinque anni durante un paio di mesi a dare una mano a Carlo Auriemma e sua moglie Elisabetta Eordegh».
«Ma che nome è?».
«Credo di origine ungherese ma non ci giurerei. Con tutte le volte che li ho incontrati non ho mai chiesto delucidazioni. Comunque sono due bravi velisti e simpatici amici».
«Come mai sei finito sulla loro barca? Cercavano qualcuno per le pulizie?».
«Pulizie?».
«Eh sì, Barca Pulita...».
«Paula, si chiama così perché usa, per l’elettricità, pannelli solari e una pala eolica per l’energia del computer».
«Come sei finito con loro?».
«Parecchi anni fa – erano ai loro esordi – avevano preso contatto con la nostra televisione mettendo a disposizione i loro primi filmati girati nel Pacifico. Mi hanno chiesto cosa ne pensavo e dopo averli visionati ho detto loro che non andavano bene perché non erano girati in modo professionale, non avevano una costruzione e i movimenti della camera erano traballanti. Erano pure senza capo né coda».
«Ma che modi!».
«Paula, non si può ingannare le persone e dare speranze inutili. E la Rsi non poteva diffondere quei prodotti».
«Quindi?».
«Visto che sono due persone intelligenti hanno capito e mi hanno invitato ad andare con loro per imparare come lavorare a livello professionale».
«E tu via di corsa!».
«Invece no, non potevo andarci perché lavoravo ancora. Ho però detto che il giorno che sarei andato in pensione, l’avrei fatto più che volentieri».
«E l’hai fatto...».
«Certo! quando sono andato in pensione li ho chiamati e mi sono annunciato. Così sono partito e li ho raggiunti in Australia, a Darwin, e da lì è cominciata l’avventura. Abbiamo navigato dal nord dell’Australia verso l’Indonesia. Cinque giorni di mare aperto con onde piuttosto forti lungo tutto il tragitto».
«Ma tu conoscevi già le barche a vela?».
«No, nel modo più assoluto».
«E allora?».
«Allora è cominciata così...».
Il primo giorno
«Vai a prua, controlla il fiocco, trinchetto, tormentino, stral, poi vai al pulpito e guarda se la gola di lupo è a posto».
«Scusa Carlo, la prua è davanti o dietro?».
«Davanti, quella dietro è la poppa».
«Ma perché i linguaggi marinari sono a rovescio?».
«Come a rovescio?».
«Scusa eh; di un neonato si dice che poppa e, a quanto mi risulta, si succhia dalle poppe, davanti e non dietro».
«Senti vai piuttosto a cazzare le cime».
«A parte il fatto che siamo in mare e di cime non se ne vedono. Le cazzate le dici tu».
«Ma no! Cazzare vuol dire affrancare, fermare le cime, le corde».
«Dio buono ma come si fa a capirsi?».
«Vedi le vele? Quello lo capisci: vela! Controlla terzaioli, borose, paterazzo, boma e amantiglio, poi vai in cambusa».
«Cambusa! Questo lo so, dove c’è da bere».
«Ecco bravo. Poi guarda se sono a posto crocetta e formaggetta».
«Guarda che si dice formaggella».
«No. Formaggetta; è in cima all’albero. Se poi entri dal tambuccio apri il gavone».
«Carlo: mi viene da piangere».
Ma dai, vedrai che poi ti passa. Caso mai vai fuori, ti appoggi alla battagliola fatta di candelieri e draglie e prendi una boccata d’aria».
«Basta ci rinuncio, rinuncio a capire».
«Ma perché?».
«Perché ero salito su un veliero per sentirmi gridare con la voce portata, le mani poste a lato della bocca a mo’ di tromba: ammaina il pappafico! E il pappafico qui non c’è!».
«Ecco, il mio esordio di velista, le mie avventure sulla Barca Pulita sono incominciate così. Pensa che Carlo, quando ha saputo che era la mia prima volta su un veliero, mi ha detto che se lo sapeva non mi avrebbe preso a bordo».
«Ma poi sei andato ancora diverse volte con loro, vero?».
«Come ti accennavo prima, per cinque anni durante un paio di mesi. Abbiamo girato documentari diffusi prima a Geo&Geo su Rai 3 e poi sulla Rsi. Siamo stati su molte isole e in tanti luoghi. Indonesia, Papua Nuova Guinea, Salomon, Fiji, Tuvalu, Viti Levu, Bouganville, Luganville, Naquelelevu...»…