«Ciao Paula, come va?».
«Ciao Tato, bene, grazie. E tu? Cosa mi racconti di bello e di nuovo? Di solito con il Tato macellaio o con il Roberto Luisoni parlavi di qualche tuo amico che non conoscevo. Adesso che la Rivista di Lugano ha chiuso la rubrica “I fotogrammi di Fausto Sassi” ne apri una con me?».
«Perché no, visto che siamo amici e ci vediamo spesso. Non mi regalerai la “luganoghetta” ma in compenso mi offri un bianchino».
«Ecco, è già pronto il nome della nuova rubrica: “Due bianchini con la Portughesa!».
«Perfetto, allora cominciamo. Conosci il Gerri Beretta Piccoli?».
«No, chi è? Uno che assomiglia al Jerry Lewis?».
«No, parlo di un Gerri di Lugano che tutti chiamano così perché quando era piccolo era bravo a imitare il comico americano. Una quarantina di anni fa partecipò a un programma televisivo per bambini, all’allora Tsi, che si chiamava “Toni Baloni, giochiamo al circo” e la produttrice, Adriana Parola, gli disse che sarebbe stato più nostrano scrivere il suo nome con la grafia italiana: con la G e non con la J! Così da quel giorno si chiamò, e tutti lo chiamarono, Gerri Beretta Piccoli, anche se il suo nome è Fausto. Capito?».
«Capito e, guarda un po’, si chiama come te e come il Tato macellaio. Tre Fausti. Ma quel nome, Adriana Parola, l’ho già sentito...».
«Penso proprio di sì, negli anni ’70 la conoscevano tutti perché era la compagna di trasmissione del celebre Gatto Arturo. Ma non divaghiamo».
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