Nel gennaio del 1973 i primi allievi occupavano le caratteristiche aule ottagonali delle scuole elementari Lambertenghi. In occasione del cinquantesimo anniversario, il 14 maggio 2024 si è svolta un’intensa giornata con i discorsi delle autorità, canti popolari e dell’epoca, la visione del «TG Lambertenghi» e una ricca mostra realizzata dai bambini e dalle bambine del comprensorio.
Durante l’anno scolastico, siamo stati protagonisti di diversi progetti didattici. Le scoperte e i lavori realizzati sono stati presentati da ogni sezione e classe come servizi, formando nel loro insieme il «TG Lambertenghi». Per la raccolta delle informazioni, abbiamo lavorato come gli storici, consultando diverse fonti.
Per raccogliere il materiale da studiare, abbiamo svolto delle visite all’Archivio storico scolastico e comunale.
Leggendo articoli di giornale, si è potuto constatare che assieme alla scuola elementare di via Lambertenghi, negli anni ’60 e ’70 furono realizzati e ristrutturati numerosi edifici scolastici sul territorio di Lugano. L’investimento economico da parte del Comune fu importante. Queste scoperte hanno spinto le classi ad approfondire le indagini per scoprire le cause alla base di questa necessità. La lettura delle fonti ha evidenziato che, a partire dal dopoguerra, si registrò un significativo aumento demografico.
A Lugano, parte della popolazione si spostava verso i quartieri in pieno sviluppo, lasciando il centro città dove prendeva piede il commercio. Nel 1973, il quotidiano Gazzetta Ticinese spiega che se nel 1883 gli scolari erano 401, con una decina di insegnanti, nel 1972 erano 2.861 rispettivamente 140. Di conseguenza fu necessario provvedere alle esigenze di un numero sempre crescente di allievi.
Gli anni del fervore edilizio
Negli anni '70, si registra a Lugano quello che venne definito dai giornali dell’epoca «fervore edilizio». Sorsero molti edifici e specialmente nella zona del centro si contavano dozzine di cantieri contemporaneamente. In alcune aree, gli spazi verdi sparirono in favore del mattone. Su un numero del settimanale Azione del 1971 si legge che Lugano aveva avviato vari progetti: l’ampliamento delle scuole di Molino Nuovo, la costruzione della scuola professionale femminile in via Massagno e di tre sedi: Bertaccio, Gerra e Lambertenghi. Sorsero anche l’autosilo Balestra, il centro commerciale Migros e il Palazzo dei congressi.
Grazie alle fotografie, abbiamo scoperto che l’edificio che accoglie l’Università della Svizzera italiana nacque come Ospedale Civico: costruito nel 1909 su un progetto dell’architetto Giuseppe Ferla, fu dismesso nel 1980. Lo stabile sostituiva l’antico Ospedale di Santa Maria, che si trovava nel centro storico e fu demolito nel 1911.
Alla scoperta di scuola e dintorni
Durante l’anno scolastico 2023-24 sono state anche proposte esperienze di esplorazione del nostro edificio e degli ambienti circostanti. Attività come la caccia al tesoro e la caccia fotografica hanno permesso di osservare e descrivere i diversi luoghi, favorendo inoltre l’uso di indicatori spaziali. L’ausilio di carte geografiche con diverse scale di riduzione, risalenti a periodi storici differenti, hanno consentito di fare un tuffo nel passato e svolgere continui paragoni con il presente. Il confronto tra carte geografiche di diversi decenni del ventesimo secolo ha nuovamente messo in luce l’aumento considerevole delle costruzioni. Osservando fotografie e filmati di cinquant’anni fa, abbiamo visto che via Lambertenghi era decisamente meno trafficata, le automobili erano più piccole e il numero di posteggi assai minore. Alcune riprese mostrano l’area del parco giochi nel piazzale Paride Pelli, precedentemente chiamato piazzale Milano. In quell’area, nel 1835 venne edificato il cimitero cattolico soprannominato «Gambalarga». Siccome il cimitero non riuscì a reggere a lungo le esigenze della popolazione, nel 1899 venne inaugurato l’attuale cimitero monumentale della Gerra. Abbiamo scoperto che l’area è rimasta non edificabile e per questa ragione oggi vi è ancora il parco che frequentiamo assiduamente.
Gli apprendimenti in ambito geografico sono stati accompagnati dalla costruzione di un plastico del primo piano della scuola elementare. Manipolando diversi strumenti, abbiamo rilevato le misure e le relative dimensioni in scala delle pareti da riprodurre. Inoltre, gli elementi più importanti di un’aula, come lavagna e banchi, sono stati stilizzati in figure geometriche regolari e riprodotti anch’essi in scala.
L’architetto Alberto Camenzind
La peculiarità delle aule ottagonali e la descrizione della scuola redatta dalla Gazzetta Ticinese dell’8 febbraio 1973, hanno attirato la nostra attenzione. Difatti, nell’articolo si legge che «tutto è apparso quasi come un sogno: palestre magnifiche, sale grandiose, aule spaziose, chiare, arredate con gusto, che mettono a pieno agio l’allievo e l’insegnante». L’architetto Alberto Camenzind, oltre a progettare la scuola elementare Lambertenghi, collaborò alla realizzazione degli studi della Radiotelevisione della Svizzera italiana e progettò con i suoi associati il Quartiere Maghetti. Fu inoltre professore al Politecnico di Zurigo e architetto in capo e co-direttore dell’Esposizione nazionale di Losanna del 1964. È stato consigliere comunale a Lugano e ha ricevuto la cittadinanza onoraria.
Pastiglietta di fluoro sul banco
L’analisi delle fonti storiche scritte e iconografiche e le osservazioni del territorio sono state completate da preziose interviste. Dopo aver notato che nei corridoi della scuola è rimasta un’insegna con la scritta «lavori manuali femminili» e «lavori maschili», abbiamo chiesto ad alcune persone che hanno frequentato la nostra scuola di cosa si trattasse. Ci hanno spiegato che in passato le bambine e i bambini svolgevano alcune lezioni separatamente. Più tardi hanno iniziato a fare attività creative insieme. Nella scuola degli anni ’70 c’era una clinica dentaria per le visite del dentista e un’aula per le visite mediche. Una cosa particolare è la pastiglietta di fluoro. Quest’ultima veniva lasciata sul banco degli alunni al mattino e serviva per mantenere i denti sani. Siccome il gusto non era dei migliori, senza farsi vedere dalla maestra, alcuni la buttavano via! Oggi è sufficiente utilizzare un buon dentifricio.
Uno scuolabus senza autista
Per concludere i percorsi didattici, abbiamo cominciato a interrogarci su come evolverà la nostra scuola e il suo territorio. Interessanti sono state le riflessioni sul futuro dei mezzi di trasporto. In particolare, una classe si è soffermata sullo scuolabus, ipotizzando che sarà un veicolo a guida autonoma: ne abbiamo costruito uno sfruttando un kit di robotica e piccoli motori elettrici. In seguito, grazie ai codici di programmazione, il robot è stato configurato per muoversi attorno al plastico della scuola, simulando il futuro scuolabus.