Carabbia sotto la lente. Dall’età del Bronzo alla Grà
La regione in cui si trova Carabbia (alle pendici del Monte San Salvatore) è abitata da parecchio tempo, come testimoniano i reperti archeologici ritrovati in varie zone. Questi reperti indicano la presenza umana sin dall’età del Bronzo e del Ferro, con insediamenti celtici, romani e, successivamente, medievali. Il paese è menzionato per la prima volta nel 1213 come «Carabio», dove sono state rinvenute delle tombe romane.
Il monastero del Torello, che si trova a Carona, aveva a Carabbia un ospizio (frequentato da viandanti e pellegrini e spesso gestito da monaci), al quale il villaggio doveva pagare una tassa. Nel XV secolo Carabbia era un Comune autonomo e doveva fornire dieci soldati al duca di Milano. In quel periodo il Canton Ticino era infatti conteso tra Milanesi, Comaschi e rappresentanti della Lega Svizzera.
La storia di Carabbia è caratterizzata da una vita comunitaria tipica dei piccoli villaggi rurali della regione, con un’economia basata principalmente sull’agricoltura (grazie alla fertilità del terreno e al clima mite), sull’allevamento e, in misura minore, sulle attività artigianali. Con l’arrivo dell’età moderna ci furono importanti cambiamenti, tra cui lo sviluppo di vie di comunicazione più efficienti e l’inizio di una lenta industrializzazione (a Carabbia fino a qualche anno fa c’era ancora una piccola fabbrica). Tuttavia, l’agricoltura rimase a lungo l’attività dominante. Fino al 1825 Carabbia comprendeva anche l’attuale Comune di Grancia.
Lo stemma – È suddiviso in tre parti verticali: gialla, rossa e gialla. Nella parte centrale (rossa) sono rappresentati una mitra (copricapo orientale e sacerdotale) e un pastorale (bastone del vescovo o dell’abate). Questi simboli ricordano il vescovo San Siro di Pavia, martire nel 96 d.C., al quale è intitolata la chiesa di Carabbia. Secondo la tradizione, San Siro transitò per questa zona nella sua opera di evangelizzazione. Il nome Carabbia deriva probabilmente da Carà (carreggiata), mentre risulta che nel Medioevo la famiglia dei nobili Della Torre di Mendrisio e il convento di Torello (a Carona) possedevano terreni nel nostro quartiere.
Casa e chiesa – Costruita nel XVII secolo, Casa Laurenti è probabilmente frutto della ricchezza di un colonnello della famiglia Cerutti tornato in Ticino dopo aver prestato i suoi servizi nell’esercito olandese. Decenni più tardi l’edificio passò alla famiglia Laurenti, proprietaria fino al 1986.
Sebbene esista dal 1579, l’aspetto attuale della chiesa San Siro si deve al XVII secolo. Le modifiche iniziarono nel 1608, quando la chiesa diventò sede di una parrocchia autonoma, separandosi da quella di San Pietro Pambio, e si conclusero nel 1695, quando la struttura fu integrata con il coro. La chiesa venne consacrata nel 1698, anno ricordato da un’iscrizione che si trova sulla sua controfacciata. Nel XVIII secolo fu aggiunto il campanile. Nel 1911 un’imponente opera di ristrutturazione interessò il sagrato. All’interno si conserva la tela della Madonna col Bambino tra i Santi Giacomo Maggiore e Francesco D’Assisi del pittore Guglielmo Caccia, detto il Moncalvo, designato anche come il Raffaello Piemontese.
Da Comune a quartiere – Carabbia, che conta 615 abitanti, si è aggregato con Lugano nel 2008. Il quartiere è caratterizzato da un nucleo storico e da una zona residenziale con diverse case e villette. È attorniato da boschi che permettono piacevoli escursioni e itinerari che possono portare al San Salvatore, al Torello e al parco San Grato di Carona. C’è un bellissimo parco giochi, ritrovo di bambini e ragazzi, ma è anche un luogo d’incontro per tutti gli abitanti in occasione di feste organizzate dalle associazioni di quartiere. Non c’è una scuola e i bambini si recano a Pazzallo per quelle dell’infanzia ed elementare; la media si trova invece a Barbengo.
Le associazioni – La società La Grà organizza varie manifestazioni ricreative nel corso dell’anno, principalmente il carnevale e la Festa nazionale. Situata da più di quarant’anni al pianterreno dell’ex Casa comunale, la biblioteca Abc garantisce un servizio di prestito di libri per bambini e adulti, in collaborazione con la fondazione Bibliomedia svizzera di Biasca. La gestione dei prestiti dei libri è affidata al volontariato di alcuni abitanti del quartiere che sono presenti nella sede il sabato mattina e il mercoledì. L’associazione Abaeté è nata nel 2003 per aiutare bimbi, ragazzi e giovani emarginati: sostiene progetti in Brasile, volti principalmente alla formazione scolastica e professionale. L’associazione Cuore San Salvatore si impegna per mantenere attivo il gruppo «first responder» a Carona, Carabbia e Pazzallo. Si tratta di persone che hanno aderito alla richiesta di Fondazione Ticino Cuore per soccorrere chi è colpito da arresto cardiaco improvviso.
Le grotte e il Bafalòn – Una curiosità è che sparse per il San Salvatore ci sono numerose grotte. Una di queste è la grotta del diavolo oppure chiamata del tesoro o del Bafalòn. La leggenda del Bafalòn è una bella storia che parla di alcuni bambini che abitavano in un villaggio del Monte San Salvatore. Tutti credevano che il Bafalòn fosse una bestia che giornalmente, a una certa ora, urlava e spaventava gli abitanti. Una notte due coraggiosi bambini (Timo e Dafne) si avventurarono sul sentiero che saliva al San Salvatore e incontrarono proprio lui: il Bafalòn! A guardarlo bene si accorsero che non era una bestia, bensì un uomo, non più giovanissimo, ma dal viso buono, che viveva nella grotta del diavolo!
Carona in pillole
(Articolo scritto dagli allievi della V elementare di Pazzallo in collaborazione con quelli della II di Pazzallo e i bambini della scuola dell’infanzia di Carona; maestri Chiara Janett, Evelina Marti, Martina Bianchi e Fernando Rodriguez)
Oltre cinquant’anni di scuola a Pazzallo
(Articolo scritto dagli allievi della II elementare di Pazzallo in collaborazione con i bambini della scuola dell’infanzia di Carona; maestri Chiara Janett, Evelina Marti e Martina Bianchi)
Diventato quartiere di Lugano nel 2004, Pazzallo è un paese di 1,62 km2 con circa 1.600 abitanti.
Nel 1973 non c’erano il parco giochi, la mensa, l’aula docenti e la palestra; al suo posto c’era il prato dove si faceva ginnastica, mentre una volta alla settimana si andava nella palestra di Paradiso. Invece della stampante c’era il ciclostile, una tecnica che consisteva nell’utilizzo di una maschera sagomata, chiamata matrice, attraverso la quale l’inchiostro veniva trasferito sulla carta durante l’azione di stampa. I quaderni erano più piccoli rispetto ad oggi. Attualmente la scuola ha sei classi (I, II, III, IV A e B, e V) ognuna con un proprio insegnante. Ci sono il campo da calcio e quello di basket, il parco giochi, la mensa e l’aula docenti. Nel 1994/95 sono stati costruiti l’asilo, il bunker e la palestra dove si svolgono anche attività sportive dopo la scuola.