commento di Gabriele Pedrazzi
Siamo negli anni sessanta. Probabilmente si tratta del primo corso della rinata sezione sci del Circolo operaio del Boglia, tenutosi alla capanna del Pairolo, in val Colla. Si trasportava tutto in spalla o su slitte trainate dai numerosi volontari. I ragazzi, almeno quelli fisicamente più dotati, si caricavano gli zaini con i loro indumenti e magari anche quelli dei loro compagni un po' più giovani. Il capo corso era Rolando Borelli (che compare sul margine destro della foto), dei monitori non ricordo tutti i nomi e per non incorrere in qualche dimenticanza non li citerò. I cuochi erano il «nonno Gusto » e il «Gioacchin». I rifornimenti erano pure portati in spalla da Cimadera: se ne occupavano il Ghel e Fausto Polli. Personalmente, dopo il lavoro, con le pelli di foca da Cimadera tutte le sere portavo il pane per il giorno dopo. Mi fermavo a cena e, facendomi luce con una pila, ridiscendevo a Cimadera nel cuore della notte. Altri tempi, la fatica era sconosciuta e ci divertivamo con poco o niente. In capanna non c'era acqua calda e le camere erano prive di termosifoni. I ragazzi, dopo la discesa, risalivano «a scaletta »; solo più tardi, grazie alla famiglia Wullschleger, arrivò un piccolo scilift a manettoni, che funzionò egregiamente anche quando il corso si trasferì in quel di Catto e Sommascona. La preparazione del corso avveniva con largo anticipo da parte dei responsabili dello sci club: oltre all'approntamento del rifugio, bisognava ripristinare le scorte alimentari e di legna per la stufa e il camino.