Le più antiche foto della proprietà di pregassona ci sono state inviate da Giovanni Sopranzi (che ringraziamo), i cui bisnonni e nonni sono stati per due generazioni responsabili e amministratori dell'antica villa, del personale, dei raccolti e del bestiame. Viarnetto infatti riforniva i dintorni non solo di frutta e verdura, ma anche di carne e latte. Un'anziana ha raccontato che lei scendeva da aldesago, per i sentieri dei boschi del Brè, per avere latte fresco. E questo fino al 1911.
La fotografia 1 è stata scattata dal nipote del conte Guioni, il sig. Bosisio, e ritrae la villa verso la fine dell'800. Si notano davanti al pergolato i conti Guioni-Bosisio, della nobiltà luganese di allora. Vestiti lunghi e fucile da caccia. Sulla sinistra, un'ala dello stabile in seguito demolita. I Guioni- Bosisio abitavano a Milano e avevano fabbriche di macchine agricole. La tenuta gli procurava prodotti genuini ed era la loro residenza per i periodi che trascorrevano a Lugano, loro città natale, alla quale erano molto affezionati. Un'altra composizione fotografica (del 1899) del conte Bosisio (fotografia 2) con le vendemmiatrici e la sua famiglia. Da sinistra si riconoscono: il bisnonno Giuseppe Sopranzi (1851-1922), responsabile della tenuta, la bisnonna Barbara Sopranzi, sorridente con il cappello chiaro e nastro, una vecchia fantesca sconosciuta con foulard, la contessina Bosisio con la cesta, un'amica Tunesi. Sotto il bisnonno, una contadina con cappello, al centro una persona anziana con un buffissimo cappello.In fondo due giovani cameriere di Pregassona. Le due bambine al centro sono Lucia Sopranzi (1897-1958) e la sorellina Giuseppina Sopranzi (1896-1951), figlie della nonna Marianna (detta Janin), posizionata sulla foto davanti.
A sinistra con la gerla, Francesco Sopranzi (1873-1928), marito di Janin; con il cagnolino vediamo il piccolo conte Bosisio, poi una cameriera e davanti la sorella del nonno Francesco, Lucia Bernasconi-Sopranzi (detta Pina), che aveva sposato Giovanni Bernasconi, fratello di Giuseppe, detto «ul conte Farina» per via dei mulini di via Molinazzo; fu sindaco di Viganello per moltissimi anni (1859-1934). A lato, sulla destra, la nonna Marianna Sopranzi, nata Ortelli di Ruggì, la Marianin (1872-1962). Da ultimo, con la cesta, la contessa Bosisio, elegante nel suo grembiule. A seguito di un'errata speculazione a Milano, la famiglia Guioni-Bosisio vendette la proprietà, che fu comperata dapprima dai fratelli Bernasconi dei mulini di Viganello (fotografia 3). Villa e tenuta furono vendute al colonnello svizzero tedesco ing. Friedrich Maag da Balken, allora domiciliato a Siviglia. Nel 1927 il dr. Giovanni Bolzani affittò la villa per utilizzarla quale clinica psichiatrica. La masseria con l'azienda rurale aveva gestione indipendente e fu affidata a Federico Thomi (1891-1950), originario di Berna e che era entrato alle dipendenze del col. Maag quale giardiniere. Nel 1935 la clinica si spostò un poco più sotto, in zona Scarpino, e fu costruita la bellissima casa di cura tuttora ammirata per l'elegante architettura.
Negli anni quaranta la grande proprietà con l'antica villa fu venduta alla famiglia del dr. Heberlein; il terreno divenne un curatissimo vigneto modello (fotografia 6), grazie anche alla dedizione e alle cure dell'enologo sig. Wibmer e signora e a operai esperti. Si produceva un Merlot molto quotato con marchio Viti (fotografia 5). Negli anni '50 la villa era abitata regolarmente dalla famiglia Heberlein; ai piani superiori ricordiamo la baronessa von Schön e la signora Hahn. C'erano (fotografia 4) un parco con belvedere, un cancello con portale che dava sulla Cantonale (ora ridotto a un groviglio incolto), un viale che conduceva alla villa, ben tenuta, con fiori, alti fusti, magnolie giganti e il boschetto di abeti popolato da cerbiatti e i daini. Ricordiamo pure delle gallerie di tufo, che erano la gioia dei ragazzi per giocare a nascondino. Poi il dr. Heberlein cedette parzialmente la proprietà al comune di Pregassona. Verso il nucleo di Sara furono costruiti gli uffici municipali, le scuole elementari con palestra e spazi sportivi. L'ex cantina, che poi diventò anche fabbrica di tappeti, accolse il circolo anziani di Pregassona e sotto la biblioteca dei ragazzi. Il comune di Pregassona creò una nuova entrata da via Guioni, dove anni fa passava il tram blu della Lugano-Cadro-Dino, e offrì alla popolazione un bellissimo parco giochi curato e apprezzato. Il vigneto fu distrutto e i vasti spazi diventarono prati verdi dove passano varie volte all'anno greggi di pecore, per la gioia dei bambini. Sui tetti della villa chiusa e abbandonata senza un guardiano, a volte si possono scorgere i pompieri che si esercitano. La villa è presa d'assalto dai soliti vandali ignoti che hanno scarabocchiato l'esterno con graffiti. Nel 1995 fu firmata una petizione per il restauro della villa, inoltrata all'allora comune di Pregassona, che rimase lettera morta. Con la fusione, Pregassona ha portato in dote a Lugano una proprietà e spazi che altri comuni sognano e vorrebbero! E ora che i soldi nelle casse mancano, ne passerà d'acqua nel Cassone, che scorre veloce sotto il manto d'asfalto verso il fiume Cassarate! La precedenza spetta alla casa anziani che sorgerà poco lontano, dietro l'ufficio postale. E per il futuro e promesso parco Viarno ci vorrà la pazienza di Giobbe!e.s.