di Adriana Rigamonti
Il biologo Lorenzo Giollo descrive così la Triepeolus tristis: «Come tutte le altre api, è dotata di quattro ali; ha testa rotonda su cui appaiono due occhi composti e tre semplici, detti ocelli; in fondo all’addome si indovinano piccole spine. Bianca e nera, è lunga tra i 7,5 e gli 11 millimetri». Si tratta di una parassita, nel senso che contribuisce all’impollinazione ma in maniera passiva e sicuramente in tono minore rispetto alle sue simili. Almeno costituisce una fonte di cibo per ragni, uccelli e taluni insetti.
Per quanto riguarda la riproduzione, per ora se ne sa davvero poco. Gli entomologi ritengono che deponga le sue uova dentro il nido di un’altra ape, conosciuta come Tetralonia dentata. E qui entra in gioco una strategia alquanto complessa: giunto il momento di continuare la stirpe, la Triepeolus tristis comincia a zigzagare a livello del terreno e, non appena adocchiato un nido non ancora completato di Tetralonia dentata, vi si infila; quindi, usando le piccole spine in fondo all’addome, fora le celle della specie ospite e vi depone le uova, poi se ne va. Solitaria, non vive in gruppo, non ha nessuna regina ed è attiva tra luglio e agosto.
Scopriamo una seconda ape
Eh sì, si tratta proprio della Tetralonia dentata, specie presente da tanti anni sul Piano di Magadino e attiva da giugno a metà agosto. Gli scienziati hanno osservato alcune centinaia di individui, il che dimostra un dettaglio importante: le zone ubicate verso la foce del Ticino, ricche di terreni sabbiosi inondabili, a gestione estensiva e con copertura vegetale non troppo alta, sono in buona salute.
L’aspetto di questo imenottero è simile a quello delle altre api: le ali sono sottili e trasparenti, percorse da nervature tra il bruno e l’arancio; l’addome è suddiviso in righe orizzontali beige e nere, mentre la testa ostenta grandi occhi rotondi e sottili antenne (più lunghe nei maschi); le zampe sono pelose e sul dorso appare una fitta peluria dorata. L’insetto misura dai 12 ai 14 mm. Contrariamente alla Triepeouls tristis, per garantire un futuro ai discendenti si impegna: dopo l’accoppiamento (che in genere si verifica a luglio), fabbrica il nido usando una cavità nel terreno in cui immagazzinerà il polline e il nettare che nutriranno i suoi discendenti. Poi se ne andrà. Ed ecco una curiosità: a volte diverse femmine di Tetralonia dentata si aggregano e fanno i loro nidi in una stessa area.
Finale… drammatico
Torniamo alla Tristis, dalle cui uova usciranno le larve. Siccome nascono per prime, subito eliminano quelle dell’ape ospite e iniziano a divorare le squisitezze immagazzinate. I mesi passano, torna la bella stagione e le giovani Triepeolus, ormai adulte, iniziano la vita all’aperto e la ricerca di comodi rifugi per i discendenti. Ovviamente devono darsi subito da fare poiché la loro vita durerà poche settimane.