A complemento dell'articolo del 9 settembre 2016 intitolato «A 75 anni dalla sciagura della Biaschina», un nostro abbonato di lungo corso, Fausto Rezzonico, ci scrive quanto segue: «Erano gli anni della Guerra e quasi tutti erano mobilitati. Mio padre Goffredo era stato arruolato come complementare autista al Monte Ceneri, ma rientrava a dormire a casa…». Lo zio Elia Bordoni di Porza era invece sulla Biaschina, a presidio della linea ferrovia del Gottardo, quando il treno era deragliato. Si salvò per miracolo... «Elia affermava che doveva la vita a una sigaretta: era infatti uscito a fumare, quando la baracca in cui alloggiava la truppa fu travolta dai vagoni, incendiandosi. Nonna Maria (devota e sempre in chiesa) lo sgridava, dicendogli che doveva ringraziare la Madonna! Visitai zio Elia, ferito, all'ospedale di Faido con mia madre Pina e mia nonna Maria».