La costruzione della strada tra Lugano e Gandria risale ai primi anni trenta del secolo scorso. Le due immagini, in cui si riconosce Bruno Gianinazzi (con le mani in tasca e i pantaloni alla zuava) con un compagno di studi, mostrano le difficoltà che si sono dovute affrontare per tracciare il collegamento carrozzabile. L'opera, a picco sul lago, ha richiesto la realizzazione di importanti opere ingegneristiche, come ponti e gallerie, per superare le asperità del terreno. In una foto è riconoscibile il sentiero di Gandria, l'unico collegamento percorribile all'epoca per raggiungere a piedi la città. «La gente del villaggio lacustre – osserva Elena Sopranzi, che ci ha messo a disposizione i documenti – spesso utilizzava la barca soprattutto per trasportare pesce e verdure al mercato di Lugano». Legata alla strada di Gandria è una vicenda drammatica capitata nel maggio 1939. Probabilmente a causa di un fulmine, nella seconda galleria alcune mine (posate dall'esercito per ostacolare eventuali tentativi di invasione da sud), provocarono la morte di una donna di Ruvigliana con il suo figlioletto. Si salvarono il marito e una figlia.