Parlando della stagione d’oro degli alberghi e delle osterie di Dino e Sonvico, nell’edizione dello scorso 8 aprile siamo incorsi in una dimenticanza, tralasciando dall’elenco dei locali tradizionali l’Osteria degli amici di Dino, proprietà della famiglia Ghirlanda-Ghiggia. Rimediamo ripercorrendo la storia di questo ristorante popolare, che forse sarebbe tuttora in esercizio se all’inizio degli anni ottanta si fosse trova una soluzione alternativa allo sventramento del nucleo di Dino per allargare una strada cantonale sempre più trafficata. Inoltre, l’incrocio di bus e autocarri era problematico e pericoloso. L’Osteria degli amici fu appunto tra gli edifici sacrificati per quella traumatica operazione urbanistica.
Della sua storia ci parla Manlio Ghirlanda, che nel 1967 conseguì la patente di esercente con l’intenzione di subentrare ai genitori Ettore e Costanza (nata Ghiggia) nel momento del loro pensionamento. Questa opportunità non l’ha mai avuta: il cantiere stradale ha posto irrimediabilmente fine al popolare ritrovo, la cui nascita risale al primo decennio del secolo scorso. Un’epoca dorata per il turismo, che grazie alle ferrovie regionali – nel caso specifico la Lugano-Cadro-Dino – offriva ai villeggianti l’opportunità di raggiungere comodamente i paesi di valle, beneficiando della loro tranquillità.
I primi osti furono Carlo Ghirlanda e la moglie Pierina (nata Solari), originaria di Olivone. «Impiegata presso l’albergo California di Dino, gestito a quel momento da Pietro Bertoni di Lottigna, la giovane cameriera (figlia di esercenti e albergatori emigrati a Londra) aveva conosciuto Carlo Ghirlanda e con lui assunto la gestione dell’esercizio, i cui spazi – precisa Manlio – erano stati ricavati nell’antica masseria appartenuta all’ing. Giacomo Lepori».
Nel 1949 l’attività è ripresa dal figlio Ettore, il quale aveva frequentato la scuola esercenti, affiancato dalla moglie Costanza. Il locale prende il nome di «Osteria degli amici, famiglia Ghirlanda-Ghiggia». Come quella precedente di Carlo e Pierina, anche la loro è stata una lunga gestione, interrotta negli anni ottanta per le ragioni già illustrate. Il locale era in buona compagnia: in paese erano in attività due commestibili (Coop e il negozio di Ines Ghirlanda), mentre negli anni precedenti c’era lo spaccio di vino, birra, liquori e alimentari condotto da Paolo Ghirlanda («Paolott») e dalla moglie Gioconda.
«Ai tempi dei nonni – racconta Manlio Ghirlanda – i lavoratori ambulanti portavano da casa “la schisceta” che consumavano all’osteria, dove acquistavano il bere. Negli anni cinquanta, mamma Costanza era impiegata alla Coop di Dino e si alternava con il papà Ettore nella conduzione del locale. La cucina era quella tradizionale e gli avventori erano sia del posto (per lo più docenti delle elementari e delle scuole maggiori, operai) sia passanti e forestieri che alloggiavano negli hotel della regione. Memorabili le cene della Cassa risparmio, preparate a turno dagli chef Augusto Pedrazzi, Gioacchino Forni, Carlo Altorfer e un altro Pedrazzi di cui non ricordo il nome. Io aiutavo ad organizzare l’evento. Dagli Amici – ed era una novità a quei tempi – si andava anche per guardare la tv».
i.p.