Il sabato, per un negozio di abiti da sposa, è un giorno speciale. Quasi sempre c’è almeno una sposa da vestire o ci sono consegne dell’ultimo minuto da effettuare. Quel sabato, al contrario, non c’erano impegni particolari; l’unica sposa che aveva pianificato il matrimonio in quella data, una ragazza di Besso, aveva ritirato il vestito e tutti gli accessori il giorno prima, e aveva deciso di farsi aiutare nella complicata fase della vestizione da sua madre e dall’amica del cuore.
Io ero in negozio a fare ordine e, alle 10.00 in punto è squillato il telefono. Non è mai un buon segno, di sabato… Ho risposto e subito sono stata travolta da un fiume di parole incomprensibili, urla e pianti di una sconosciuta. Era l’amica della sposa di Besso, che tentava di spiegarmi che per sbaglio aveva bruciato l’abito da sposa con il ferro da stiro, proprio sul davanti. La stoffa si era carbonizzata e in mezzo al petto ora c’era un buco! A quanto pare la sposa non era in grado di parlare al telefono, ma contava totalmente sul mio aiuto. «Oddio, che fare» ho pensato martellandomi la fronte con la mano. L’unica era mantenere la calma. Con voce pacata ho chiesto tutti i dettagli del caso, in particolare le misure e la posizione esatta (del buco). Ho assicurato che si sarebbe potuto tentare di rimediare con del pizzo o con una bella rosa di tessuto. Me ne sarei occupata personalmente. Ho prelevato dal laboratorio diversi tagli di pizzi, fiori di stoffa, tutto ciò che poteva essere utile per tagliare e cucire, ho preso un taxi e in pochi minuti ho raggiunto l’abitazione dove si trovava la sposa, insieme alla madre e all’amica.
Sul posto mi attendeva una scena straziante: le tre donne piangevano disperate. La sposa era buttata sul letto, con il viso ormai paonazzo e gli occhi gonfissimi. La madre, seduta su una poltroncina, tentava di consolare la figlia, ma era messa quasi peggio di lei. L’amica continuava invece a camminare nervosamente tra l’asse da stiro, il letto e la porta. Mi è corsa incontro e ha iniziato a spiegarmi tutto da capo. Si sentiva terribilmente in colpa, perché era lei che aveva avuto la brillante idea di dare un ultimo colpettino di ferro all’abito, utilizzando la temperatura adatta al cotone su un pregiato tessuto di organza di seta purissima… La stoffa si era subito raggrinzita e poi, ormai carbonizzata, si era sbriciolata lasciando un foro di quasi dieci centimetri di diametro.
Appena ho visto il vestito mi è venuto un colpo al cuore. Altro che fiore di stoffa! Prima bisognava praticamente ricostruire la parte anteriore centrale del corpino. L’unico modo era creare una specie di pettorina di pizzo, allungando la decorazione ai bordi della scollatura, in modo da dare una certa continuità ed evitare l’effetto «toppa». Era una lotta contro il tempo… Fortunatamente uno dei pizzi che avevo portato con me era facilmente adattabile al corpino dell’abito e il risultato finale poteva tranquillamente essere scambiato per un modellino originale. Ho lavorato a testa bassa, senza farmi distrarre dalle tre signore, ancora in preda al panico e incapaci di darsi un contegno. Ho rifinito bene a mano tutta la scollatura e ho comunque aggiunto la rosa come tocco finale. Ero molto soddisfatta del risultato!
A quel punto le tre Madonne hanno iniziato a calmarsi. La sposa si è infilata alla bell’e meglio l’abito ed è corsa davanti allo specchio: piangeva e rideva allo stesso tempo, come fanno a volte i bambini consolati. Quasi quasi la nuova versione dell’abito era più carina dell’originale…
Ora il problema più grande non era più l’abito, bensì il viso arrossato e gli occhi gonfi della sposina. A poco servivano impacchi d’acqua fredda e gocce lenitive. Mancava meno di mezz’ora all’inizio della cerimonia.
L’amica è andata nella stanza di fianco ed è tornata con una valigetta contenente un set di trucchi semi-professionale:
«Ci penso io!»
A queste parole mi sono venuti i brividi. In verità mi sono subito dovuta ricredere, perché fortunatamente la ragazza era molto più brava con il fondotinta e il mascara che con il ferro da stiro. Ha sistemato meglio possibile sposina e madre, che finalmente hanno ritrovato la forza di presentarsi al matrimonio.
Ho poi saputo che l’abito della sposa è stato apprezzato da tutti gli ospiti e nessuno ha intuito o sospettato qualcosa di quanto era successo. Solo lo sposo ha notato gli occhi un po’ arrossati della sua compagna, ma è normale essere commossi il giorno delle nozze!