La locandina dice semplicemente «Frank D’amico, 60 anni di musica» con sottotitolo «Concertone-festa e aiutiamo i bimbi ucraini». Quando lo chiamiamo al telefono per qualche informazione in più, la voce è come sempre squillante e cordiale, ma lascia anche trasparire un po’ di nostalgia: «È il mio canto del cigno. Sabato 25 giugno dico addio alle scene. Ho 74 anni e un po’ pesano, non sono come Mick Jagger...». Il riferimento al leader dei Rolling Stones non è casuale. Negli anni sessanta e settanta, Frank ha guidato alcuni gruppi – Dream Drifters e New Dream su tutti – che sono stati un po’ gli Stones di casa nostra. «Che periodo! Entusiasmo, effervescenza, sfrontatezza, amicizie, rock, feste. E poi eravamo giovani. Ma mi sono divertito anche nelle successive fasi della mia carriera, con gli altri compagni di viaggio e di band, nella fase cantautorale e in quella blues. Ora è il momento di dire basta».
L’addio coincide con una serata che – per i suoi coetanei (e dintorni), ma non solo – s’annuncia epica…