Il nostro lettore Plinio Travelli di Viganello, prendendo spunto dall'articolo di Roberto Bottinelli «L'è cumè tirà in pee ul caval dal pòro Brün.la», apparso il 13 aprile nella rubrica «Dalla vecchia Hermès», ci ha inviato una bella immagine con un interessante commento.
«L'ultimo "Dalla vecchia Hermès", dedicato ai cavalli, mi ha ricordato una mia fotografia del 1952. Siamo sulla "statale", la nazionale 2 di allora, fermi, per un incidente avvenuto un po' più avanti. Sul carro di Lanfranchini Paolo e Figli, una capra, che non vede l'ora di essere munta. La segnaletica ci indica che la prossima località sarà Bironico e ci orienta sui chilometri che mancano per Bellinzona e Locarno. Sullo sfondo, una pubblicità delle Parisiennes. E che dire del campo stradale, bombato, bordato da muriccioli a secco… Negli anni trenta, con mio grande piacere, ero ogni tanto ospite di una famiglia di Sessa. Il pa' Vitòri, macellaio, regolarmente si recava a Lugano con un carro come quello della fotografia. Le soste nelle varie "cappelle" lungo il cammino non si contavano e, la sera, quando sentivamo gli zoccoli del cavallo sul selciato, aprivamo il portone e il cavallo, imperturbabile, proseguiva per il suo capolinea, con il cocchiere immancabilmente addormentato, probabilmente già a partire dalla "cappella" di Ponte Tresa… E non riferisco i commenti della mamm Celesta. Al signor Bottinelli i miei complimenti per i suoi sempre interessanti contributi dattilografati con la vecchia Hermès, e chissà se le nuove generazioni sanno di che cosa stiamo parlando. Oggi, Hermès è una marca d'abbigliamento, mentre questa «vecchia Hermès» era una macchina per dattiloscrivere, prodotta in Svizzera dalla Paillard».