Arrivato adolescente da Brescia, è riuscito a costruire e sviluppare identità e senso di appartenenza a Lugano con gran varietà di ramificazioni. Prova evidente di come il personaggio è portato ad essere estroverso, propenso per natura alla prossimità, incline ai contatti. Gradino dopo gradino ha salito la scala della sua versatile e generosa presenza dal mondo dell’oratorio a quello del volontariato, fino alla comunicazione, che è «mettere in comune», quindi mandare messaggi, condividere con il raggio più lungo possibile. Si è mosso anche negli ambiti parrocchiali e diocesani, dimostrazione della sua disponibilità e, sbocco logico, l’inserimento attivo nella comunità. Nella scia di questo slancio inesausto, continua a spendersi, forse con il rammarico del crepuscolo in atto rispetto a quello che ha visto e vissuto, ma anche non rassegnato né passivo spettatore. Al contrario, ha la sua esperienza come tessera di riconoscimento e dice la sua senza giri di parole, sforzandosi – forse anche imponendosi – di vedere il bicchiere mezzo pieno.
Visto il mondo con cui ha familiarità, è un bagno di storia e di nostalgia accostarsi alla moviola e rivivere uomini e storie che hanno fatto epoca, del passato remoto – visto come si è messo a correre il tempo – e del passato prossimo, quindi con nomi e volti con i quali siamo entrati in relazione. L’elenco è lungo, alcuni di questi nomi punteggiano questa conversazione, altri sono rimasti a bordo campo, ma per due è imperativa almeno una citazione per le volte in cui sono affiorati dai ricordi: il consigliere di Stato Alex Pedrazzini per i suoi pellegrinaggi da brancardier a Lourdes e il docente, municipale di Lugano, icona della solidarietà, Giovanni Cansani. Verso loro, il debito della memoria e della gratitudine. Oscar Bizzozero è una persona precisa, puntuale, dotato di memoria invidiabile, scattante nella rivisitazione del passato, subito aperto però a osservare con lucidità il presente, puntando la sua telecamera sul domani. A 78 anni è uno che – non sembri paradossale – ha radici nel futuro. È attento ai dettagli e lo si capisce quando, ripercorrendo il suo iter, soffermandosi sulle medie nella città natale di Brescia – allora non ancora obbligatorie – fa rimarcare che nel 1957, tra quei banchi già si affrontavano una meticolosa analisi logica e il latino.....