Dire Paolo Grandi significa parlare di uno che ha avuto un ruolo di primo piano nello sviluppo delle Pr sulla piazza di Lugano con estensione anche oltre, in Svizzera e Italia. È impossibile un conto anche solo approssimativo degli eventi, alcuni di prim’ordine, che l’hanno visto a vario titolo protagonista. Il suo compito primario era quello di produrre il massimo di visibilità per i gruppi finanziari, culturali o gastronomici dove era impegnato.
Si può far coincidere il decollo collegando la sua azione a Orazio Bagnasco, dapprima a Chiasso e poi a Lugano. E fare il nome di questo finanziere che dall’Italia ha fatto rotta sul Ticino significa anche un accostamento alla gastronomia, considerando che Bagnasco era il proprietario della Biblioteca più titolata e tra le più prestigiose in materia. Dopo l’Europrogramme, ecco la Banca della Svizzera Italiana con Giorgio Ghiringhelli, un sodalizio molto fertile che si protrarrà dal 1987 al 2003. Conferenze, dibattiti, presentazioni, sponsorizzazioni, premi ambiti (come non ricordare quello della Fondazione Centenario della Bsi?) che lo vedono muoversi da dietro le quinte alla ribalta, sempre a suo perfetto agio, favorito anche da una voce e un eloquio che non scivolano mai nell’indifferenza, anche perché sa tener d’occhio tutto e tutti.
Tra le manifestazioni di spicco figurano l’avvio a Lugano del Progetto Martha Argerich e concerti d’artisti di fama mondiale di musica classica e leggera, serate jazz in castelli, ville liberty, auditori, ecc.
Le sue propaggini naturali erano dall’avamposto Bsi, l’Associazione Carlo Cattaneo con Franco Masoni e tutto il corollario di viaggi culturali, incontri italo-svizzeri, «Quaderni» tematici di approfondimenti, fino all’Accademia italiana della cucina come delegato autorevole e ascoltato nei giudizi di merito.
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