Valeria ha iniziato la sua parabola alla radio, prima in Italia (Radio Sud Europa e Radio Lario) e poi a Radio 24, l’emittente «pirata» di Roger Schawinski, che trasmetteva da Cernobbio verso l’area metropolitana di Zurigo, con l’antenna FM più grande d’Europa. Schawinski cercava una voce italiana. Sentì Valeria durante la conduzione a Radio Sud Europa e con il fiuto e il mestiere che aveva le propose un programma fatto su misura: un’ora al giorno di musica, commenti, interviste e un notiziario giornaliero in lingua italiana, che doveva cucinare con sale, pepe e fantasia. Di ricetta in ricetta, piatti sempre più gustosi. Come l’appetito vien mangiando, al grande capo Roger venne l’idea di affidarle un programma in schwytzerdütsch, dove Valeria raccontava della sua musica preferita: il rock-blues. Ricordo e gratitudine sono ancora vivissimi: «Per me è stata un’esperienza bellissima, fondamentale, istruttiva, molto arricchente. E mi ha permesso di entrare in contatto con il mondo mediatico della Svizzera, allora dominata dal monopolio della Ssr».
Dopo qualche anno Radio 24 ottenne la concessione federale e quindi trasferì definitivamente gli studi a Zurigo. Avendo una bimba molto piccola, nel 1984 Valeria non se la sentì di trasferirsi oltre San Gottardo, lontana dalla sua famiglia. «Su consiglio di mio papà, che ringrazierò sempre, mi sono presentata alla Radio svizzera, dove sono stata assunta per condurre alcuni programmi il mattino (il “presto” dell’informazione), pomeridiani (Radio 2-4), serali (Hallo Music) e notturni (la notte di Rete 1)». Si chiama gavetta. La tv non era mai entrata nei suoi progetti, fino a quando una mattina riceve una magica telefonata (la magia è un ingrediente delle belle fiabe) da Michele Fazioli, che le propone di entrare nel team del Quotidiano.
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