L’edificio in legno, costato mezzo milione di franchio è arredato con tavoli, stufa a legna, lavello e piastra. Da una veranda gli alunni possono osservare i cicli delle stagioni. Dopo tre anni di attività (prevista nel 2020, l’inaugurazione è stata posticipata a causa della pandemia), l’esperienza si è rivelata positiva. L’idea – ha spiegato Fabio Valsangiacomo, direttore dell’Istituto scolastico cittadino – è quella di avere uno spazio in cui gli allievi possano avviare un discorso legato alla dimensione ambientale ed esercitare diverse materie. Oltre al Museo di storia naturale per gli aspetti scientifici, l’aula nel bosco si avvale della collaborazione del Museo in erba per le arti, LacEdu e Masi per un progetto interdisciplinare tra natura, architettura e arte e Civica Filarmonica per la musica.
Un approccio che piace al municipale Lorenzo Quadri (a capo del Dicastero formazione, sostegno e socialità), nella misura in cui valorizza il patrimonio paesaggistico e promuove attività multidisciplinari su misura per i bambini delle elementari e della scuola dell’infanzia. Responsabile del Dicastero sicurezza e spazi urbani, Karin Valenzano Rossi ha ringraziato le maestranze e gli artigiani che, in collaborazione con la Divisione spazi urbani, hanno realizzato l’opera. Il consigliere di Stato Claudio Zali ha ricordato che in Ticino le 12 aule nel bosco esistenti costituiscono «luoghi di pregio in cui avvicinare i giovani a una realtà meno urbana che un domani saranno chiamati a tutelare». Infine, Antonio Silvestro è intervenuto a nome del Rotary Club Lugano, che per i suoi 90 anni ha sostenuto il progetto.