di Elena Sopranzi
Lo vediamo, un po’ nascosto (nella seconda foto), con alcune sue allieve della Commercio femminile di Lugano. Eravamo vivaci e allegre, ma durante le lezioni concentrate e interessate. Il prof. Agliati insegnava storia, letteratura, italiano e ci portava nel suo mondo fatto di cultura, passione per la storia e per il nostro Paese. Avevamo grande rispetto e ammirazione per lui.
Con me amava parlare di Cureggia, che conosceva dall’infanzia, di Pazzalino e delle sue campane. Siccome ero un po’ sbarazzina, mi chiamava bonariamente «Signorina Pepe Nero». A volte, durante la ricreazione, mi chiedeva di riportargli la sua pesante bicicletta militare, che lasciava addossata a una parete nel centro di Lugano, essendo carico di libri, giornali, riviste. Sapevo dove trovarla: davanti all’Innovazione (ora Manor), alla tipografia Mazzucconi (dove adesso c’è Monn), alla Posta o in via Pretorio.
Alle rare uscite, le mie vicine di banco mi chiedevano di comperare al Bar Pedrinis i gelati alla vaniglia ricoperti di cioccolata. Muniti di bastoncino di legno (novità proveniente dagli Usa), erano i primi gelati da asporto, chiamati Pop.
Poi arrivarono gli esami e il diploma... Molte compagne si trasferirono, altre si sposarono, insomma ognuno andò per la propria strada. Si persero i contatti pure con il nostro «Sore».
Per il suo 50.mo compleanno gli inviai un biglietto d’auguri. Mi ringraziò con una simpatica cartolina, creata e disegnata di proprio pugno: riproduceva una foto di Lugano con personaggi locali. L’ho conservata come ricordo. Solo più tardi ho saputo che era anche pittore e disegnatore per hobby, e ci riusciva magistralmente!
Un giorno mi telefonò Liliana Maderni di Massagno per chiedermi di aiutarla a organizzare passeggiate della vecchia classe, come auspicato dal prof. Agliati.
Grazie anche ad Adriana Cassina, che aveva nomi e numeri telefonici aggiornati di tutte le ex compagne di scuola, preparammo uscite a Brè, Verscio, Tremona, in Valle Maggia, Bavona, Cureggia, Castagnola. Si pranzava nei grotti che il «Sore» conosceva bene, con grandi conversazioni. Lui era solito tenere una vera lezione di letteratura o storia e noi ritornavamo adolescenti, chiassose ed entusiaste. A Verscio, durante la visita alla bella chiesa, Mario Agliati sparì: lo ritrovammo commosso nel cimitero sulla tomba di un suo amico appena scomparso.
Quanti bei ricordi di questa persona colta, saggia e serena. Fino alla pandemia abbiamo continuato le nostre scampagnate annuali, per ricordare i bei tempi e naturalmente il nostro indimenticabile «Sore», sempre presente nel cuore di tutte noi!