#Antichi ricordi | 10/04/2025

L'ultimo allenatore romantico

Ricorre quest’anno il 40.mo della morte di Alfredo Foni (1911-1985), alla guida, tra le altre squadre, di Lugano, Bellinzona e Nazionale svizzera.

Nel 2000 la figura di Alfredo Foni – fra l’altro giocatore di Juventus, Udinese, Lazio, Padova, Nazionale italiana (con la quale vinse il mondiale nel 1928); poi allenatore di Inter, Roma, Nazionale svizzera, Lugano e Bellinzona – viene ricordata in un libro di Luciano Provini, edito dal Panathlon club di Udine. La pubblicazione si arricchisce di contributi di vari personaggi tra cui, per esempio, il pilota Clay Regazzoni e il giocatore del Lugano Vincenzo Brenna. Ecco un suo ricordo: «Foni è stato l’ultimo allenatore “romantico”, che considerava il suo lavoro come una missione». Faustino Anzil, ex assessore allo sport di Udine, così definiva Foni: «Si distingueva per l’incedere elegante, per il tocco sempre appropriato e la ritrosia di chi conosce il privilegio che la natura e le circostanze, con fortunata combinazione, gli hanno regalato».
Viene messo in risalto il lavoro determinante di Alfredo Foni alla direzione tecnica della Nazionale svizzera dal 1964 al 1967, per una ventina di partite. Fu il presidente della commissione di selezione Ernst Thommen a scegliere Foni come sostituto di Karl Rappan: dopo un avvio difficile (tre sconfitte), la squadra elvetica riuscì a qualificarsi per i Mondiali del 1966 in un gruppo di ferro che comprendeva Olanda, Irlanda del Nord e Albania. Le conoscenze di Foni nel calcio internazionale furono messe a profitto per mandare in campo formazioni «diversificate», a dipendenza degli assetti tecnici delle squadre avversarie. In Inghilterra, il tecnico italiano portò e valorizzò Vito Gottardi. Ma a Sheffield, Spagna, Germania e Argentina mostrarono numeri troppo grandi per il nostro calcio.
Nella stagione 1974/75 ritroviamo Alfredo Foni alla guida del Football club Lugano, conclusa con un decimo posto e la salvezza raggiunta in zona Cesarini del torneo. Al centro dell’attacco l’argentino Conigliaro, capace – come scrisse Pier Baroni sul CdT – di prodezze ma anche di… latitanze nel gioco. Presidente è Camillo Ferrai. In quel campionato si distinguono i vari Elia, Zappa, Binetti, Rebozzi e Lusenti. Prosperi giocherà ancora una stagione. L’anno successivo, con l’allenatore «Nano» Coduri, si chiuderà con la retrocessione in B.
Alfredo Foni, accanto all’attività di allenatore, scrive memorie, articoli (ha collaborato regolarmente anche con il Corriere del Ticino) che riflettono sugli aspetti umani di una vicenda sportiva che ha segnato tutta la sua esistenza. Friulano, dalle radici ostinate (sostenne la ricostruzione dopo il terremoto del 1976), luganese di adozione (abitò metà della sua vita a Breganzona con la moglie Olga nata Gay des Combes e il figlio Carlo), Foni ha lasciato un segno molto forte al nostro territorio. 

Americo Bottani

Nella foto di squadra, Alfredo Foni (in piedi al centro) nella Juventus del 1940-41.