L’avvicinarsi di Blues to Bop, il più longevo festival della musica del diavolo in Svizzera, crea sentimenti contrastanti. Da una parte c’è la gioia per una rassegna assolutamente magica e coinvolgente (e per di più gratis!); dall’altra la consapevolezza che – spente le luci e staccati gli amplificatori – l’estate sarà finita. Il giorno dopo riecco la scuola, i compiti, il traffico, il lavoro, lo stress... Persino le cavallette (citazione per intenditori). Sarà insomma finita un’altra stagione da favola nella quale Lugano non si è fatta mancare davvero nulla: musica e teatro, balli e conferenze, proiezioni e laboratori, incontri e brindisi...
Al momento lasciamo tuttavia da parte i pensieri negativi e prepariamoci alla festa, con una formula parzialmente rivista e un programma come sempre fatto di (belle) scoperte.
Finardi e gli altri – Dei nomi in cartellone, quelli che non masticano il blues conoscono solo Eugenio Finardi: chi si aspetta «Extraterrestre», «La radio» e compagnia bella non troverà però pane per i suoi denti; il cantautore cambia veste per suonare la musica del diavolo. Gli altri dodici artisti e gruppi garantiranno un viaggio dall’Italia all’Africa fino agli Stati Uniti; dalle sonorità degli anni venti a quelle elettriche, dal gospel alle divagazioni in altri generi e tanto altro. Tra loro, due italiani che qui applaudiamo spesso: Fabio Treves e Marco Marchi (lui, da noi, ha anche preso casa).
L’edizione 2023 è curata da Ed Bersier (storico braccio destro di Norman Hewitt, che questo festival l’ha ideato e diretto per decenni) e Filippo Corbella della Divisione eventi e congressi della Città di Lugano: per anni ha lavorato – bene – nell’ombra e ora riceve le luci della ribalta. Oltre a Blues to Bop, quest’anno si è occupato di spalleggiare Jacky Marti nell’organizzazione di Estival Jazz.
Arriva rivetta Tell – Il duo Bersier-Corbella ha introdotto alcune novità. La prima è che si è persa per strada una serata, la prima: niente musica dunque il giovedì ma programma concentrato su venerdì, sabato e domenica. Si è perso per strada anche il palco «periferico» di Morcote, mentre per quelli cittadini si è deciso di abbandonare piazza San Rocco, sostituita da rivetta Tell, all’imbocco del parco Ciani. Affianca il catino di piazza Cioccaro (in quanto ad ambiente è il meglio che si possa chiedere) e il salotto di piazza della Riforma.
Tanti concerti ma anche occasioni di conoscere e approfondire. Sono confermati, alla Darsena del Ciani, gli incontri e le lezioni di alcuni degli artisti presenti al festival (con traduzione in italiano).
Non ci dilunghiamo oltre, consapevoli che occorre toccare con mano per capire la magia del festival. Per arrivare preparati su orari, gruppi, piazze e quant’altro rimandiamo al sito bluestobop.ch.
r.g.