Se, sul piano dei risultati nudi e crudi, non può certo rivaleggiare con calcio, basket e hockey su ghiaccio, in quanto a tradizione la società se la gioca alla pari, avviata com’è a festeggiare il centenario di una realtà sì di nicchia (addirittura unica nel Cantone!) e fondamentalmente senza pubblico, eppure solida, attiva e affidabile.
Una realtà che racconta di una prima squadra (attiva anche nel campionato invernale in palestra) che da sempre si fa onore alterandosi tra l’élite nazionale – riconquistata per l’ennesima volta proprio al termine della passata stagione, e che ripartirà a metà settembre – e le file cadette. Una realtà assolutamente dilettantistica, ma che abbraccia pure il settore giovanile (con all’attivo diversi titoli nazionali di categoria) e, da ormai un ventennio, quello femminile. Una realtà, si diceva, «povera» solo di grandi risultati, mai però di quella passione celebrata sul prato (dal 1999 sintetico) di Cornaredo, fin dai primi anni cinquanta casa dell’Hacl. Anche i pratisti luganesi hanno comunque in bacheca un trofeo di grande prestigio (per quanto di piccolissime dimensioni, come testimoniato dalla foto di rito), ed è la Coppa svizzera conquistata nel 1981 e di cui andiamo appunto a raccontare in questa nuova puntata de «La Lugano che vince».
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