#Lugano che vince | 03/07/2024

I magnifici anni del basket

Piergiorgio Giambonini

Non che oggi ci si possa lamentare, con il Massagno protagonista ai vertici e il Lugano a tener duro nell’élite nazionale. Né tantomeno ci si poteva lamentare negli scorsi due decenni, con i Tigers otto volte campioni tra il 2000 e il 2014 (trionfi di cui racconteremo in futuro in questa sede). Certo è, però, che mai più – per una somma di ovvi motivi – la pallacanestro cittadina potrà rivivere l’epopea degli anni settanta.

Ancora oggi, del resto, almeno un paio di generazioni di luganesi ben ricordano quello che fu battezzato, a giustissima ragione, il «boom del basket», con le palestre della Gerra e della Terzerina (e una tantum il palazzetto di Mezzovico, e di quello storico evento leggete a parte) stracolme di gente e di entusiasmo. Basti dire che in quel breve ma intensissimo periodo furono ben quattro le squadre luganesi a battagliare e vincere nel massimo campionato, conquistando una lunga serie di trofei: dal Pregassona vincitore della coppa nel 1973 (primo trionfo cittadino di quel fantastico decennio) alla Federale capace di conquistare tre titoli e due coppe dal 1974 al 1977, dal Viganello campione nel 1980 e con due coppe all’attivo al Lugano-Molino Nuovo vincitore della coppa nel 1979. Semplicemente incredibile.

Doppietta della Federale

Quattro squadre luganesi in serie A, ovvero 12 derby cittadini a stagione! Nel 1975 la Federale (che in bacheca aveva già le coppe del 1958 e del 1974) conquista il primo di tre titoli consecutivi. Trascinata dal funambolico Manuel Raga, miglior marcatore del campionato con una media di 33 punti a partita, e da Ken Brady, la squadra di coach Cescutti si laurea con tre giornate di anticipo pur perdendo a Friborgo una partita dall’epilogo decisamente burrascoso contro i campioni uscenti, e due settimane più tardi si aggiudica anche la finale di coppa battendo lo stesso Olympic.
«La Federale, vincendo il titolo, ha corrisposto a logiche aspettative. Il suo potenziale, dal profilo delle individualità, è tale da non temere confronti nemmeno a medio livello italiano», scrive Peo Mazzola sul Corriere del Ticino. «È stato un torneo memorabile per interesse, spettacolo e propaganda. Adesso tutti sanno che cos’è questo basket che ha il potere di infiammare a prima vista», sottolinea da parte sua Luciano Martini sul Giornale del Popolo.