di Giulia Giabbani
Giada Prest, originaria di Iragna, la citazione dell’alpinista Walter Bonatti l’ha fatta sua. È cresciuta a pane, latte e montagne, e non stupisce dunque ritrovarla oggi in continuo spostamento fra un pendio e l’altro. E non importa se ai piedi calza scarponi oppure è equipaggiata per lo sci alpinismo, «la montagna è il mio mondo, mi piace in tutte le sue sfumature e nelle molteplici possibilità che offre. È uno di quei luoghi che sento vicini. Ricordo con gioia le settimane trascorse, da bambina, con i nonni sui monti di Iragna e Cresciano a cogliere mirtilli e cercare funghi».
L’anno pandemico è stato quello della scoperta, delle difficoltà trasformate in opportunità. «Ho sentito il bisogno di approfondire la conoscenza della montagna e assaporare l’ambiente alpino nel profondo. Da tempo mi entusiasmava l’idea di provare il fuoripista, mi sono dunque attrezzata per lo sci alpinismo e ho assaggiato la neve fresca: è stato fantastico!».
L’entusiasmo, la forza e l’energia che la natura è capace di trasmetterle si percepiscono all’istante. «L’altitudine esercita in me un grande fascino. D’estate ricevi la carica e l’energia del sole, ma anche i raggi invernali sono splendidi e rigeneranti e mi spingono ad andare in alto. La montagna è tutto l’anno! Un buon equipaggiamento, una barretta sempre nello zaino e tanto entusiasmo sono essenziali e poi si va».
Paura? «Sì, c’è anche quella. Io cerco, però, di farne qualcosa di positivo, poiché è una questione mentale che si può superare. Fino a due anni fa, avevo paura dell’altezza, ma grazie alla pratica ho acquisito sicurezza e osato fare di più». Giada ci mostra fiera le fotografie delle ultime cordate sospese oltre i 4.000 metri della Weissmies in Vallese e sul massiccio del Monte Rosa. Persino i fulmini lungo la via Via Alta della Vallemaggia la scorsa estate non l’hanno fatta desistere dal mettersi in moto di buon mattino. Non solo entusiasmo, ma anche cognizione di causa sono essenziali per la nostra interlocutrice. «La montagna può darci molto, però va rispettata e una buona conoscenza del territorio e delle diverse situazioni e condizioni è necessaria, sempre! Ho cominciato a frequentare i corsi del Club alpino svizzero per sentirmi sicura e agire al meglio negli imprevisti che in quota non mancano mai».
Quest’anno ha scoperto pure la mountainbike: «Con un gruppo del Locarnese mi sono avvicinata anche all’adrenalinico universo delle e-bike. Insieme condividiamo questa passione e pian piano affino la tecnica per affrontare le discese sui sentieri». La montagna, racconta ancora, è «quel luogo privilegiato dove incontrare persone, dialogare in maniera immediata e stringere amicizie. Grazie alla natura mi sono avvicinata a persone splendide che hanno contribuito alla mia crescita personale».
Da dieci anni ormai Giada si è trasferita nel Luganese, e da cinque risiede a Cadro. Le escursioni che forse affronta più frequentemente sono proprio quelle sui Denti della Vecchia e quelle rigeneranti all’alba o al tramonto sul Boglia. Dove si reca dopo gli impegni per la compagnia assicurativa per la quale lavora. «Nonostante il tempo sia sempre tiranno, per un’uscita lo trovo sempre».
Non di sole vette ci parla, bensì anche dell’amore che nutre fin da piccola per gli animali, con i quali ha un feeling speciale. «Adoro anche il mondo orizzontale, quello del mare. Quando mi trovo sott’acqua o arrampico, mi perdo nella bellezza dell’attività e mi prendo tutta la tranquillità e la pace di quei momenti. Sono sensazioni che esistono in un solo e preciso istante il qui e ora». Di tempo per gli hobby ce n’è poco nella vita di Giada e a casa non c’è mai. Ci racconta, però, di essere appassionata di fotografia. Le piace inquadrare paesaggi, natura e animali e ridendo ci racconta un aneddoto: «Sono tornata in Australia dopo 15 anni dal mio soggiorno linguistico per rifare una fotografia con un koala. Il primo scatto non mi piaceva».
Un sogno nel cassetto? «L’ascesa al Cervino per i miei 40 anni nel 2023». Le premesse ci sono e la guida pure, ci racconta.
Buona scalata Giada!