di Michaela Lupi
Un esempio? Moreno Moro, classe 1968 di Bellinzona, sergente della polizia di Lugano e oggi anche scrittore. Sposato con Janet, ha due figli: Gilbert e Jairo. Il legame con il Luganese è iniziato nel 2011 quando è entrato a far parte della polizia comunale di Sonvico.
Ripercorrendo le tappe della sua vita professionale, Moro spiega che si è diplomato come metal costruttore e disegnatore tecnico e ha intrapreso la carriera militare raggiungendo il grado di maggiore. Ha frequentato la scuola di polizia a metà degli anni novanta per conto del corpo di Bellinzona, dove ha lavorato fino alla fine del 2003. A Sonvico si trova bene, «anche se forestiero» ci dice con un sorriso, poiché per le persone nate e cresciute qui chi arriva da fuori è considerato bonariamente tale.
«La passione per la scrittura è emersa dopo gli anni del ginnasio. Alla scuola reclute, durante la formazione per ufficiali, dovetti descrivere la settimana di resistenza. Ne uscì un bel testo che ho poi trasformato in racconto inedito. Ho compreso il desiderio di scrivere qualcosa di importante. Il mio autore preferito è Tom Clancy e grazie a lui mi sono appassionato al genere thriller geopolitico».
Con costanza e perseveranza, nel 2020 ha pubblicato il primo romanzo «Quisqueya. Vendetta e libertà», pubblicato da Flamingo Edizioni. Ambientato nella Repubblica Dominicana, narra l’avvincente storia dei membri di una famiglia di contadini trovatasi suo malgrado ad affrontare le conseguenze di una dittatura che coinvolge anche gli Stati Uniti. «L’editore Orlando Del Don l’ha definito un atto di coraggio. Ne sono orgoglioso – afferma Moro – perché mi ha fatto capire di aver raggiunto un traguardo importante anche senza esser affiliato a circoli letterari o aver frequentato corsi di scrittura. Lo spunto è nato dopo aver letto alcuni brani sulla dittatura di Rafael Trujillo (1861-1961), che per oltre trent’anni dominò la Repubblica Dominicana. Mia moglie è originaria di questo Paese e mi ha suggerito di scrivere qualcosa sulla storia di quei luoghi.
Dopo la prima stesura su bloc notes si è resa necessaria una vacanza a Santo Domingo per avere pronta la bozza nell’arco di un mese. Per me è importante scrivere con serenità, in un contesto libero dai pensieri della quotidianità».
Moro ha vissuto due anni nella Repubblica Dominicana, affettuosamente chiamata Quisqueya, la bella, dai suoi abitanti. «Là, il concetto di persona è alto. La gente è ospitale e la porta di casa sempre aperta per i vicini. I miei figli, che a quel tempo avevano 4 e 12 anni, hanno frequentato le scuole locali e ho notato un grande patriottismo».
Il sergente Moro si occupa anche di sport: ha iniziato come allenatore in alcune società di calcio del Bellinzonese e attualmente è responsabile tecnico del settore allievi del Raggruppamento Goal di Arbedo, Carasso e Gorduno. Fino allo scorso anno giocava nei veterani di Carasso, mentre ora è attivo nell’Associazione sportiva della polizia comunale. Moreno ha trasmesso la passione sportiva al figlio minore, giocatore e arbitro di calcio.
Nel frattempo, sulle ali dell’entusiasmo generato dall’esordio letterario, è già pronto un secondo romanzo. «L’opera, intitolata “Scacco matto a Capitol Hill” è ambientata fra gli Stati Uniti e la Colombia e parla di una politica corrotta, sorretta finanziariamente da ambienti malavitosi». La presentazione è prevista a Bellinzona il 12 novembre alle 16 all’auditorium di Banca Stato. «In ogni racconto mi piace spiegare eventi storici e il perché di alcune cose oramai acquisite nel nostro modo di agire e di parlare. Se il primo romanzo non si scorda mai come il primo amore, il secondo è come un figlio che cresci piano piano, curando i dettagli, forte dell’esperienza assimilata e cosciente delle proprie qualità». La penna di Moreno Moro ci porterà sicuramente a vivere nuove ed avvincenti avventure.