Enrico Sassi è titolare di uno studio di architettura in via Ariosto, nel cuore di Lugano. Il team è completato da Roberta Blasi, Irene Lucca e Alessandro Armellini. «In realtà faccio una vita bigama – spiega l’architetto e architetto paesaggista prossimo ai 60 anni – alternando il lavoro nello studio con quello in Accademia a Mendrisio». Un impegno, quello con l’Usi, iniziato agli albori dell’ateneo. Attualmente, è coordinatore dell’Istituto di studi urbani e del paesaggio, diretto dal professor Jonathan Sergison.
Nato in via Zurigo, dove ha trascorso l’infanzia con il fratello minore Michele, Enrico ha studiato a Venezia, poi è andato a Lisbona per uno stage. «Ci sono rimasto sei anni, ho trovato lavoro e moglie (Maria), con la quale ora abito in via Pico a Cassarate».
Per chi legge la Rivista di Lugano, di cui il padre Fausto è fedele e stimato collaboratore, il nome di Enrico Sassi non è nuovo. Lo abbiamo incontrato in occasione del restauro del Grotto della roccia a San Domenico, della sistemazione del ponte pedonale di Curtina e del ripristino delle fornaci di Riva San Vitale. «Non mi occupo solo di cose vecchie – precisa il nostro interlocutore, invitandoci a consultare il sito enricosassi.ch per conoscere i suoi lavori – è vero però che sono nate delle relazioni privilegiate e delle specializzazioni».
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