«Tutti, prima o poi, viviamo il nostro dramma personale, la sfida è trasformarlo in occasione di crescita per imparare ad apprezzare con gratitudine tutto ciò che di bello la vita ha da offrirci». È questo l’insegnamento di Julie Arlin, che con il suo libro d’esordio «Perfetta da morire», disponibile su Amazon, ha voluto aprire il suo cuore ai lettori. Lo fa con sensibilità e umorismo, parlando tra le righe di un’esperienza drammatica, che l’ha vista lottare a lungo contro un tumore. Ma attenzione, non si tratta di un’autobiografia: «il mio è un romanzo di formazione con una protagonista, Emma, e una serie di personaggi che animano una storia a tratti drammatica, a tratti comica». Grazie a questo libro conosciamo insomma una Julie diversa da quella che siamo abituati a vedere in tv o ad ascoltare in radio. Conosciamo una scrittrice, una donna, una persona che sprizza «joie de vivre» da tutti i pori e che ha saputo trovare la felicità nelle piccole cose.
Mamma originaria di Campione d’Italia e papà parigino, la nostra interlocutrice nasce a Lugano ventinove anni fa. Dopo la maturità all’Istituto Elvetico e la laurea in Scienze della comunicazione all’Usi, si specializza all’Università Cattolica di Milano («città in cui ho vissuto per sette anni») in scrittura e produzione per il cinema e la tv. Ed è proprio dalla televisione che la sua carriera comincia,…