«Il pensiero di non aver più impegni e di potermi finalmente dedicare a me stesso e ai miei cari mi rallegra. Tuttavia, l’idea di lasciare la bottega, il sogno della mia vita, mi angoscia». Insomma, Leonardo Gianfreda non appende le forbici al chiodo a cuor leggero. Del resto, a questa professione ha dedicato la vita. «La prima volta che ho usato il rasoio avevo 9 anni. Ce l’ho ancora», precisa il parrucchiere 62.enne che, aperto un cassetto, lo estrae con un gesto istintivo. Un cimelio che risale ai tempi in cui papà Antonio teneva bottega a Gallipoli, in Puglia. «Andavo ad aiutarlo tutti giorni dopo la scuola, compresi il sabato e la domenica mattina, mentre il pomeriggio mi dedicavo ai compiti che recuperavo dai compagni di classe».
Lugano, che poi diventerà la sua città, ha imparato presto a conoscerla. «In estate trascorrevo alcune settimane di vacanza dalla nonna, che con uno zio gestiva il ristorante Da Raffaele qui a Viganello, in prossimità della rotonda di San Siro. Poi venivo durante il servizio militare. Ero di stanza a Vercelli come autista e approfittavo dei congedi per passare a Lugano dai parenti. Uscire dai confini di Stato durante il servizio era un reato considerato come una diserzione. Una volta sono stato scoperto dal comandante: me la sono cavata con una ramanzina»...