di Roberto Guidi
Il documento promuove uno sguardo generale ma suggerisce anche misure concrete che – affiancate dal Piano finanziario e dalle Linee di sviluppo – permetteranno di armonizzare, secondo un concetto unitario, i diversi piani regolatori (quasi uno per ciascun quartiere!) che a seguito delle aggregazioni oggi compongono Lugano.
In che direzione si vuole andare l’ha definito meglio di altri «Lugano 2050: una visione e una proposta di Piano» del team interdisciplinare capitanato dall’architetto Paola Viganò, scelto dal Collegio di esperti tra gli undici che hanno partecipato al mandato di studio in parallelo lanciato dal Municipio. A lui spetta l’onore e l’onere di elaborare il dossier e a lui vanno i 200mila franchi previsti dal bando di concorso, pubblicato nel novembre 2019, per approfondire la tematica e consegnare entro la fine della legislatura, nel 2024, le conclusioni.
Caratteristiche richieste: occhio lungo, capacità di prevedere trend, anticipare problemi, proporre soluzioni, ipotizzare scenari, introdurre nuove vie.
Dopo la prima fase, circa un anno fa il Collegio presieduto dall’architetto Franz Oswald aveva ristretto la rosa e tre candidati, promuovendo in finale anche «Nuova Lugano, DNA di una Città territorio» di KCAP Architects&Planners (capofila Ute Schneider, pianificatrice urbanista) e «Lugano Città Parco» del Consorzio Pensare Lugano (capofila João Nunes, architetto paesaggista).
Cosa attendersi dunque dalla Città del futuro? Non si sa con precisione. Anzi, non si sa proprio nulla. Su quanto partorito dai gruppi vige infatti l’embargo fino al 24 gennaio, quando al Palazzo dei congressi è prevista l’inaugurazione dell’esposizione pubblica dei progetti, che dal giorno seguente e per tutta la primavera sarà allestita nel parco e nella limonaia di Villa Saroli. Non solo: il Municipio annuncia anche una pubblicazione, così come una serie di iniziative per coinvolgere la popolazione e renderla partecipe del processo.
In attesa di fine gennaio, adottiamo allora le parole della giuria, secondo cui il team Viganò «ha saputo interpretare al meglio le sfide future di Lugano e il ruolo che il Piano direttore comunale dovrà avere nell’affrontarle, presentando soluzioni adeguate alle necessità e chiare visioni di sviluppo. Ha mostrato un’ottima capacità di lettura del territorio e delle sue peculiarità, evidenziando le interazioni tra i diversi elementi spaziali, culturali e paesaggistici con esempi concreti e realistici». Il gruppo ha inoltre presentato un programma di lavori chiaro, in cui traspare un approccio alla comunicazione che «può facilitare la costruzione del consenso, permettendo anche la nascita di proposte locali coerenti con il contesto generale».