Fa specie a metà agosto entrare nel merito della vendemmia, un rito che fino a non molti anni fa si compiva in autunno. L’innalzamento delle temperature ha ora accelerato il processo di maturazione delle uve e quindi anticipato la raccolta.
Si annuncia precoce anche la stagione 2022, che verosimilmente entrerà nel vivo già ai primi di settembre per le uve bianche e da metà mese per il Merlot, a seconda dell’esposizione e della quota in cui si trovano i vigneti. Ci si aspetta gradazioni elevate, mentre i quantitativi dovrebbero essere modesti, in linea con le due ultime vendemmie, condizionate da alcuni eventi meteorologici sfavorevoli, in particolare dalla grandine che lo scorso anno ha seriamente compromesso il raccolto in diverse regioni viticole. Questa situazione ha contribuito a dare stabilità alle cantine, confrontate nel recente passato con giacenze di vino per 33 mesi, scesi ora a 29. Naturalmente, questo risanamento ha richiesto un sacrificio ai viticoltori, che ora saranno ricompensati con l’aumento del prezzo delle uve. Oltre alla produzione più contenuta – osserva l’Interprofessione della vite e del vino (Ivvt) – il settore ha pure beneficiato di altri fattori positivi, in particolare la progressione delle vendite nei diversi canali di smercio: la grande distribuzione, la ristorazione e la vendita diretta. La pandemia ha sostenuto il consumo locale e riavvicinato la popolazione ai produttori. Questo fenomeno, osservato in diversi ambiti, è stato di aiuto anche in viticoltura.