#Approfondimenti | 20/06/2024

Quarant'anni fa Giovanni Paolo II era a Lugano

G. Zois e R. Guidi

La visita del Papa nel 1984 è stato uno degli eventi cruciali nella storia della città, in particolare la messa celebrata a Cornaredo di fronte a 30mila fedeli. Immagini e ricordi sono stati rievocati durante una serata al Cittadella.

Il primo tempo era in calendario al 31 maggio del 1981. Restò fissato fino al 13 maggio quando gli spari di Alì Agca in piazza San Pietro a Roma rimbombarono in tutto il mondo, facendo temere per la vita del Papa. Wojtyla non era uomo da piegarsi all’imprevisto e l’ha dimostrato sino alla fine. L’incontro con «Pietro a Lugano», come lo salutò il vescovo di allora, Ernesto Togni, fu fissato al 12 giugno 1984. 

Quasi certamente, a Cornaredo quella del 12 giugno 1984 dev’essere stata la partita con il maggior numero di spettatori giunti ad affollare lo stadio e tutti i dintorni. Il big-match del Novecento quel giorno lo giocava «il Papa venuto da lontano», Karol Wojtyla, il più giovane a essere eletto nel «secolo breve» al soglio pontificio e il primo straniero dopo quasi 500 anni.
Quando cominciarono a diffondersi le prime voci su un possibile viaggio del Papa in Svizzera, poi addirittura di una giornata anche a Lugano, ci fu naturale, scontata incredulità. Poi l’ipotesi si trasformò in data e la macchina si mise in movimento. 
L’uomo del fare era – nei due tempi della visita – il prete ticinese della comunicazione all’epoca, don Valerio Crivelli, uno che non amava la melina a centrocampo e non usava perifrasi per arrivare al risultato. 
Qui però si apre – va aperto – un sipario in una sala collaterale rispetto al salone della comunicazione e ci spostiamo al Giornale del Popolo e a come ci si attivò e si visse quell’avvicinamento. Di fatto, il giornale cattolico della Diocesi si ritrovò nella scomoda condizione di dover giocare in contropiede: tradotto, rientrare sulle notizie che le altre cinque testate cartacee quotidiane, con aggiunta delle ammiraglie Radio e Televisione, potevano consentirsi, avendo mani libere di diffondere e anticipare a piacimento. E noi, al GdP, rigorosamente tenuti a rispettare l’ufficialità o ortodossia che dir si voglia. Quindi: solo notizie con «imprimatur», ergo aspettare l’antico «Roma locuta». Quante notizie degne di tal nome, in relazione al Papa a Lugano, sono dovute rimanere chiuse a chiave nel cassetto!