#Approfondimenti | 13/03/2025

Il potere delle parole

Marina Carta

Li diamo (troppo) spesso per scontati, ma quando vengono meno privano l’uomo di un diritto fondamentale: quello di comunicare. Stiamo parlando della voce, della vista, dell’udito e, più in generale, della capacità di esprimere concetti, azioni, sentimenti. Con l’esperta Deborah Coiro abbiamo discusso di un approccio che aiuta chi si trova in situazioni di difficoltà a rompere il silenzio: la Comunicazione aumentativa alternativa.

Il personaggio che ci viene subito in mente pensando alla Comunicazione aumentativa alternativa (Caa) è il professor Stephen William Hawking, astrofisico e matematico di fama mondiale scomparso nel 2018 dopo aver convissuto per decenni con la Sclerosi laterale amiotrofica (Sla). Per esprimersi, Hawking utilizzava infatti un sintetizzatore vocale, «prezioso strumento che aiuta chi, come lui, perde purtroppo la capacità di parola», spiega l’educatrice luganese Deborah Coiro.
Ma cos’è esattamente la Caa? «È un sistema multimodale, ovvero un approccio che impiega strategie per aumentare e potenziare le proprie abilità di comunicazione naturale integrando, dove necessario, strumenti, tecnologici e non, per aiutare chi manifesta difficoltà d’espressione sin dalla nascita o a seguito di una malattia, provvisoria o degenerativa». 
Diversi gli istituti specializzati, come Provvida Madre, che già lo adottano, «tuttavia ci sono ancora troppe persone che non sanno a chi rivolgersi quando, loro malgrado, si ritrovano dall’oggi al domani privati della capacità di affrontare quei piccoli, grandi gesti quotidiani che rendevano “normale” la loro vita, come fare una telefonata, chiacchierare con un amico, utilizzare una tastiera… Sono loro che ho deciso di aiutare avviando in gennaio il progetto Sonovoce».