#Approfondimenti | 13/01/2022

Un agriturismo per tutto l'anno

Di proprietà del Patriziato di Cagiallo, l’alpe di Rompiago è dallo scorso anno anche la fissa dimora di Sylvia e Maurizio Minoletti. Questa è la loro storia.

di Corrado Piattini

La struttura si trova sulle pendici del Caval Drossa a 1.275 metri di quota, lungo la strada forestale per il Monte Bar. Dall’alpe si gode una splendida vista sul lago Ceresio, sulla Pianura Padana, sulla catena delle Alpi occidentali e sui monti che incorniciano la Valle del Cassarate. Da cinque anni è caricato da Sylvia e Maurizio Minoletti, il cui impegno contribuisce a tramandare la tradizione della vita alpigiana e a sviluppare il settore dell’agriturismo. Dall’anno scorso, hanno deciso di rimanere stabilmente a Rompiago e l’alpe è diventata la loro fissa dimora.

Sylvia e Maurizio sono diventati alpigiani per scelta. Maurizio per dieci anni ha gestito il ristorante Cantinone a Magadino ed è in questo ambito che ha conosciuto Sylvia: nata e cresciuta a Herisau, faceva la cameriera durante i periodi estivi e da all’ora lo accompagna nella vita.
A 34 anni, forte di un innato richiamo per il mondo agricolo, Maurizio ha maturato e condiviso con Sylvia una scelta di vita radicale: intraprendere un nuovo cammino nel mondo agricolo. Così nel 2006, sostenuti da una forte carica ideale, si sono trasferiti a Linescio, in Val Rovana, dove hanno creato la loro azienda, recuperando superfici da sfalcio e da pascolo invase dal bosco. L’anno seguente, durante la stagione alpestre, hanno caricato l’Alpe Cedullo, di proprietà del Patriziato di San Nazzaro, gestendo anche una struttura agrituristica. Accudivano capre, mucche, pecore, asini e animali da corte. La permanenza stagionale, la transumanza, era di sei mesi per poi rientrare a Linescio. Sylvia e Maurizio portavano a valle settimanalmente il formaggio e i prodotti caseari per poi risalire con mezzo quintale di provviste su ogni asino e il resto sulle loro spalle. Hanno sempre munto a mano, avevano scelto un modo di lavorare antico. Presso l’Alpe Cedullo vigeva un mondo d’altri tempi, apprezzato dagli escursionisti attratti da questa ruralità fatta di fatiche.

 

Da Cedullo a Rompiago

Nel 2017, dopo 11 anni a Cedullo, la svolta: il Patriziato di Cagiallo ha affidato l’Alpe di Rompiago a Sylvia e Maurizio. Iniziano così una nuova esperienza, apprezzano la comodità di un accesso stradale che agevola il loro lavoro e la mobilità verso la Capriasca, conoscono il territorio e le sue tradizioni. La scorsa estate l’alpe è stato caricato con 140 capre da latte, 21 mucche, 10 pecore, 9 asini, 6 maiali e animali da corte. Maurizio si è fatto conoscere con due presenze settimanali a Tesserete, dove vende formaggio, büscion, ricotta, formaggella, robiole, carne (capretto e agnello), salumeria e uova. Sylvia prepara marmellate, verdure sott’olio e altri prodotti che si possono acquistare ai mercati settimanali o all’alpe. A Rompiago, Sylvia è sempre pronta a servire un piatto caldo e altre prelibatezze. Maurizio si occupa dell’accoglienza e del servizio. Gli escursionisti, durante l’arco delle stagioni, in particolare quella invernale, hanno a disposizione un gradito punto d’appoggio per la ristorazione.
La scelta di rimanere tutto l’anno è stata dettata dalla volontà di continuare l’attività agricola con un carico meno pesante, concentrandosi sull’alpeggio e rinunciando a gestire in proprio l’azienda di Linescio, diminuendo il carico di bestiame da latte. Continuerà invece la produzione casearia e di altri prodotti nostrani.

 

Un ospite indesiderato

La gestione alpestre a Rompiago ha messo i due alpigiani a confronto con un problema già incontrato a Linescio: il lupo. Nel corso dell’estate il predatore ha attaccato a più riprese il gregge causando la morte di 2 capre, mentre 2 sono andate disperse e 5 sono state ferite. Una realtà che tocca anche altri alpeggi creando ansia e preoccupazione.
La convivenza è difficile: Maurizio ha integrato nei greggi i cani di protezione che hanno generato alcuni conflitti con gli escursionisti e soprattutto con i ciclisti che salgono e scendono dalla strada che conduce alla capanna del Monte Bar. Il gregge di capre sovente pascola a ridosso della strada. Transitando, a volte a velocità sostenuta, i ciclisti non sempre rispettano le indicazioni esposte nei vari punti di passaggio che invitano a fermarsi o a transitare a piedi lungo il perimetro di insediamento delle capre. Spaventandole, i cani da custodia si allarmano e intervengono a difesa delle capre, generando situazioni spiacevoli per i ciclisti o per coloro che percorrono di corsa i sentieri.
Oltre a questo problema Maurizio ritiene che anche l’aspetto finanziario dovrebbe essere rivisto dall’Ufficio caccia e pesca. Per i suoi capi predati dal lupo ha ricevuto 700 franchi, 300 per i due dispersi, mentre ha coperto le spese per le capre ferite. Non viene tuttavia considerata la perdita nella produzione casearia durante il periodo in cui viene a mancare il latte giornaliero prodotto dai capi di bestiame mancanti. Guardando al futuro il carico di capre negli alpeggi della Capriasca potrebbe essere a rischio.

 

Una gradita fondue

Sylvia e Maurizio non si perdono d’animo. Con l’agriturismo durante il periodo invernale servono la fondue dell’alpe, oltre all’offerta di pasti caldi e freddi a base di prodotti nostrani, piatti tipici. Tutte le domeniche la polenta è sul fuoco a legna. Presso l’alpe è possibile cenare e pernottare: a disposizione 10 posti letto nel dormitorio con doccia e altri 8 si trovano presso il rifugio della Tassera, nelle vicinanze dell’alpe. Con la vendita diretta continuano a proporre la gamma dei loro prodotti.

 

Come si raggiunge l'alpe

Mezzi pubblici: da Lugano Stazione (bus Arl 442/461) per Tesserete; da Tesserete (autopostale linea 448) per Roveredo-BidognoCorticiasca.

A piedi: dalla barriera, lungo la strada forestale, in 25 minuti; da Roveredo, via Rogià Monti di Treggia in 2 ore; da Bidogno, via Puffino Cranelli, in 2 ore; da Puffino (fermata autopostale), via Cranelli - Sassoni, in un’ora e mezza; dalla Chiesa di Corticiasca, percorrendo la strada forestale, in un’ora e 45; da Gola di Lago, Zalto, Davrosio, Motto della Croce, in un’ora e 50.

 

Contatti

Tel. alpe: 091 943 48 49; Mobile: 079 476 23 75.