La consegna è già in corso nei centri in funzione a Vezia (Azienda agricola Malombra), Stabio (magazzino Tior/Foft), Cadenazzo (dietro il negozio Gusto Ticino) e Biasca (ex Arsenale). I primi giorni sono stati piuttosto scarsi, anche perché la maturazione dei frutti in buona parte delle selve non era ancora completata, ma dai primi di ottobre fino a metà mese l’affluenza ai centri di raccolta dovrebbe raggiungere il suo apice. L’invito degli addetti ai lavori è quello di recarsi nei boschi e prendere sia castagne grandi (che saranno poi vendute fresche per fare le caldarroste) sia piccole, destinate alla lavorazione: essiccate, saranno trasformate in farina, fiocchi, vermicelles, jogurt, crema di castagne… Articoli del territorio gustosi e rispettosi della tradizione locale.
Di regola solo il 10% del raccolto è venduto come prodotto fresco, il resto viene essiccato e lavorato. «I consumatori apprezzano e, sul piano commerciale, c’è un ampio margine di crescita». Lo ha confermato Beatrice Fasana, direttrice della Sandro Vanini di Rivera, industria dolciaria impegnata nella valorizzazione della castagna indigena e partner fondamentale della filiera. Per promuovere la raccolta, come in passato, saranno corrisposti incentivi economici: 1.50 franchi al chilo per le castagne piccole e 3 per quelle con una pezzatura maggiore. Ovviamente chi va per selve lo fa soprattutto per il piacere di stare nella natura e vivere un’esperienza piacevole, coinvolgendo famigliari e amici. Paolo Bassetti, che coordina l’attività dei centri di raccolta, ha ribadito che «tutti possono partecipare purché non si vada nelle proprietà private senza aver ottenuto il permesso». Altra raccomandazione: «Prendere frutti grandi e piccoli, purché sani e integri, e consegnarli al più presto, evitando di lasciarli a lungo in contenitori chiusi».
i.p.