Una mostra e proiezioni ripercorreranno la storia, le attività e l’esperienza dell’associazione, che dal 1990 stimola e coinvolge la popolazione con proposte ricreative, artistiche e culturali. Un appuntamento con il pubblico, quello di sabato, dal quale potrebbero scaturire risposte agli interrogativi che il gruppo si pone riguardo al suo futuro.
È una storia di successo quella scritta dagli Amici del torchio, una storia di cui andare fieri. Comincia nel 1990, sulle orme della Commissione culturale istituita dal Municipio di Sonvico, che dopo aver completato il restauro dell’antico torchio delle noci nel 1984, ha voluto creare, attorno a questo luogo rinato, attività culturali e ricreative a beneficio dei cittadini.
Maurizio Cerri, docente di scuola elementare, ne era il presidente e ricorda che durante una delle prime riunioni si era stabilito di compiere un’uscita esplorativa sul territorio per individuare i beni da rivalutare attraverso un percorso didattico. L’opera vedrà la luce nel 1999, dopo una lunga e impegnativa preparazione, con l’inaugurazione del «Sentiero storico e naturalistico: Acqua, Fuoco, Cielo e Terra», che rimane una pietra miliare lasciata dagli Amici del torchio sul loro percorso.
Torniamo al 1990. Steso il rapporto con le proposte da sottoporre al Municipio, il documento è stato condiviso dai membri della commissione. Seduti davanti a un caffè al Bar Golf di Lugano, Carlo Spinelli e Paride Gentilini hanno però avuto l’idea di firmarlo come Amici del torchio e non più come Commissione culturale. «Volevamo sottrarci alle logiche della politica e creare i presupposti per un lavoro di squadra fondato sull’amicizia e il rispetto reciproco». E così è stato: «Il gruppo ha potuto operare in armonia e in piena autonomia, utilizzando per le proprie iniziative i fondi assicurati dal Comune», conferma Lorenza Spinelli. Spettacoli, concerti, mostre, pubblicazioni, conferenze e appuntamenti ricreativi e festosi si sono alternati, nel corso delle stagioni, con attività sul territorio per riscoprire pratiche della civiltà rurale, apprezzare la bellezza del paesaggio naturale, risalire alle origini di Sonvico attraverso la conoscenza dei suoi monumenti, delle sue istituzioni (chiesa, scuola, patriziato), delle opere pubbliche e private di pregio e delle personalità che hanno lasciato un’impronta, in patria o all’estero.
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