«Questo è un progetto particolare, innovativo, che fa dell’aiuto e dell’inclusione le colonne portanti. In un certo senso, come diceva Marco Borradori, guardando anche la forma della vecchia fattoria, è come se idealmente abbracci la città, oltre che i più fragili con i loro bisogni».
Fra Martino si muove sicuro tra passerelle, locali, ballatoi, mucchi di sabbia, blocchi di cemento; saluta ogni operaio e artigiano che incrocia e spesso si informa sugli ultimi lavori effettuati; in luoghi ancora spogli, ci illustra nei minimi dettagli i contenuti. Insomma, qui il frate cappuccino è di casa. E non potrebbe essere altrimenti, perché tra qualche mese sarà a tutti gli effetti casa sua e – ovviamente – di coloro che avranno necessità e volontà di frequentare le due anime della masseria: quella sociale e quella «turistica», chiamate a dialogare affinché il progetto si possa davvero dire di successo…