Sono lontani gli anni in cui il distretto contava decine di viali. Che fosse un torneo, una sfida al grotto o un passatempo per bambini, erano sempre frequentati. Oggi ne restano pochi, ma il gioco è ancora praticato e seguito. Lo conferma il secolo di vita della Federazione bocce Lugano e dintorni, che sabato 7 e domenica 8 settembre organizza la Coppa svizzera.
Dici «bocce» e nel Luganese pensi subito a Emilio «Cici» Tunesi. Classe 1946, bazzica l’ambiente da una vita. «Sono cresciuto nella Bocciofila Ciceri, con sede all’Osteria Sport di Pregassona. Tempi meravigliosi, il movimento era ricco di viali e di giocatori. Tante partite, tanti tornei, parecchio pubblico, interesse ovunque. Alla Ciceri sono stato giocatore e poi commissario tecnico». È in questa veste che, nel 1978, si presenta all’assemblea dei delegati della Federazione bocce Lugano e dintorni. «C’erano da sostituire il presidente Remo Regazzoni e un membro di comitato. Alla presidenza viene nominato Lorenzo Fornara e per il comitato, a sorpresa, fanno il mio nome. Mi sono detto che per un anno potevo anche provare. Sono ancora qui... Ho fatto la gavetta seguendo Mario Devittori, allora ct della federazione; non guidava e lo portavo in giro a tornei, riunioni, cene».
La disciplina resta spettacolare, ma è indubbio che abbia perso appeal, seguito, praticanti. È quasi diventata di nicchia. «Con i miei colleghi di comitato ci diamo da fare per mantenere in vita il nostro sport, le tradizioni, momenti di incontro e socialità. Ma è chiaro che il movimento è in perdita di velocità. Un tempo, nel Luganese c’erano due federazioni, la Ceresio e la nostra, una cinquantina di società e altrettanti campi. Oggi le sezioni sono sei: Pregassona-Lugano, Sfera Lugano, Gerla Agno, Massagnesi, Comano e Malcantonese. La crisi ha colpito l’intero Cantone, dove con noi sono rimaste in attività le federazioni di Mendrisio, Bellinzona e Locarno rispetto alle 7-8 di un tempo. E il resto della Svizzera non è messo meglio».
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