Il Consiglio di Stato aveva rilevato lacune nella documentazione (dichiarazioni di accettazione della candidatura ed estratti del casellario giudiziale) fornita da un candidato all’elezione del Consiglio di Stato e da 123 candidate e candidati all’elezione del Gran Consiglio. Nella maggior parte dei casi l’incarto è stato completato nei termini prescritti, mentre per 8 candidate e candidati al Gran Consiglio non si è posto rimedio e si è quindi proceduto allo stralcio.
Sbrigate queste formalità, la campagna entra nel vivo. È compito ora delle forze politiche e dei loro rappresentanti profilarsi e farsi conoscere, utilizzando a loro favore gli spazi e i canali per indicare all’elettorato le loro sensibilità, i progetti e i temi per quali sono disposti ad impegnarsi. Sono quelle «promesse» e buone intenzioni facili da annunciare, ma non altrettanto da rispettare in un sistema che impone la ricerca del compromesso.
Per analisti e osservatori c’è ora materiale in abbondanza per le abituali statistiche e riflessioni nonché pronostici. Per la ricomposizione del Governo i più propendono per una riconferma degli equilibri in gioco, dato per scontato che Marina Carobbio subentrerà per la lista Ps-Verdi all’uscente Manuele Bertoli. In caso di elezione sarebbe la quarta consigliera di Stato ticinese. In casa Lega-Udc l’embrassons-nous è stato di breve durata e si sgomita per quel seggio ballerino (di Claudio Zali, ma neppure Norman Gobbi può dormire sonni tranquilli) a cui mira un ambizioso e determinato Piero Marchesi. Sarebbe un colpaccio per l’Udc, che ha già manifestato interesse per il Dipartimento delle finanze. Mission impossible? Il 2 aprile le urne diranno... Raffaele de Rosa e Christian Vitta possono invece considerarsi in una botte di ferro.
È decisamente più arduo azzardare ipotesi per il Gran Consiglio, dove si libereranno 22 poltrone di deputati che hanno rinunciato a un nuovo mandato. La presenza di numerosi «partitini» e movimenti potrebbe ulteriormente frammentare lo schieramento delle forze politiche. Una difficoltà supplementare per la ricerca del consenso a vantaggio però del pluralismo delle voci e delle opinioni…