#Approfondimenti | 09/11/2024

I tesori delle chiese di Sonvico

La Crocifissione di Bernardino Luini è l’opera più nota, ma nelle chiese di Sonvico sono conservate altre rilevanti testimonianze che il numero 31 della rivista «Arte e Cultura» illustra con dovizia di particolari. Il trimestrale viene presentato al pubblico venerdì 15 novembre nella parrocchiale di San Giovanni Battista.

Le opere più antiche si trovano nella chiesa di San Nazario, un piccolo ma storicamente importante edificio sacro situato a Dino le cui origini, come testimonia il campanile, risalgono almeno all’XI secolo. Al suo interno, sulle pareti dell’unica navata, sono ancora riconoscibili alcuni affreschi, databili al 1120 circa, che riproducono varie storie e soggetti sacri fra i quali alcuni profeti e l’episodio in cui l’imperatore Nerone, seduto in trono, ordina ai suoi soldati, rappresentati con in mano spade e scudi, di martirizzare i Santi Pietro e Paolo. Benché frammentarie, si tratta di opere che, per le capigliature «a casco», le lumeggiature bianche e le gote contraddistinte da un cerchio rosso scuro, ben rappresentano l’arte romanica della nostra regione.
Particolarmente interessanti sono anche i resti di una Danza macabra d’inizio Cinquecento visibili sotto il portico della chiesa di San Giovanni Battista a Sonvico, una scena collegata a quel tema iconografico di origine tardo medievale che, tramite la rappresentazione di un corteo composto da scheletri e da uomini e donne di varia estrazione sociale, fungeva da «memento mori» per i membri della società del periodo.