«Il progetto è stato scelto all’unanimità dalla giuria. I nuovi volumi degli edifici si aggiungono all’esistente all’interno del parco, generando spazi esterni di qualità, chiari e funzionali. La piazza d’ingresso offre uno spazio d’incontro pregiato e qualificante». Se il buongiorno si vede dal mattino – cioè dalle parole della presidente della giuria Ina Piattini Pelloni e dai render che pubblichiamo in queste pagine – la futura Città della musica a Besso sarà davvero spettacolare. Il cantiere aprirà a metà del 2025 per terminare entro agosto 2027 (ristrutturazione stabile Rsi) rispettivamente il 2028 (nuove costruzioni).
Come si è arrivati fin qui? L’operazione nasce da una serie di necessità/opportunità: la Rsi intende concentrare l’intera attività a Comano, mentre Conservatorio e Fonoteca devono abbandonare il Centro San Carlo, che la Diocesi ha venduto alla Clinica Moncucco. Il Cantone ha lasciato passare il treno, la Città no: acquistato il complesso della Radiotelevisione per 21,2 milioni, lo cede in diritto di superficie per 99 anni al Conservatorio e alla Fonoteca, che investiranno 53 milioni (45 rispettivamente 8) per adattare gli spazi e costruirne di nuovi. I due enti hanno coagulato attorno a sé istituzioni interessate ad affittare superfici: Orchestra della Svizzera italiana, Coro della Radiotelevisione svizzera, Barocchisti e Sonart. Insomma: creazione, formazione, ricerca, esecuzione, registrazione, diffusione e conservazione sotto il medesimo tetto a comporre un polo d’eccellenza.
Il concorso d’architettura di cui parliamo è stato promosso dal solo Conservatorio, mentre l’altro partner principale dell’operazione – la Fonoteca nazionale – svelerà le sue carte in un secondo tempo. Si insedierà nella palazzina DR e investirà poco meno di 8 milioni di franchi.
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