Per passare dal dire al fare, come punto di partenza può esserci la riscoperta di un po’ di silenzio. La pace, la riflessione, il distaccarsi dai problemi della quotidianità, l’interrogarsi senza l’ansia dell’orologio: Pasqua è anche una sfida di rigenerazione personale. Sorella Tiziana, 51 anni, laurea in architettura prima di seguire la chiamata di Dio, che ora l’ha portata alla Betania di San Quirino in quel di Pordenone, spiega che «il silenzio arriva anche a mettere in crisi, a spaventare, perché ci pone a confronto con noi stessi e può creare imbarazzo, senso di smarrimento, inquietudine».
A prima vista, muri alti da superare, ma è una strada giusta per ritrovare Dio, che aspetta tutti. E ce lo ha ricordato con una bella immagine anche uno scrittore laico come Dino Buzzati: «Laggiù all’orizzonte, sulle acque amare, deserte, naviga certe sere Dio con una sua barchetta, invisibile passerà accanto a te che nuoti disperato e ti toccherà con la sua mano».
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