di Marina Carta
Attitudine scientifica, animo umano, spirito di sacrificio e senso di responsabilità fanno di Daniela Franco una professionista seria e rispettata. Classe 1980, nata e cresciuta fino al compimento dei 18 anni a Pescara, oggi vive a Canobbio.
Laureata in ingegneria gestionale al Politecnico di Milano, è da poco stata nominata direttrice della Clinica Ars Medica di Gravesano. La persona giusta al posto giusto? «Sarà il tempo a dirlo», afferma senza sbilanciarsi troppo. «Di sicuro farò del mio meglio affinché questa struttura continui a rappresentare un’eccellenza nel campo dell’ortopedia».
Il suo è un curriculum invidiabile: ha collaborato come consulente esperta nel settore della sanità («ambito che mi interessa da sempre e sul quale ho svolto la tesi di laurea») con più di 30 strutture private e pubbliche in Svizzera e in Italia prima di diventare, nel 2011, responsabile della qualità dell’allora gruppo ospedaliero Ars Medica. Un ruolo che ha assunto con l’entusiasmo di chi crede fortemente nel suo lavoro. «Come tutti gli ingegneri – puntualizza – mi sono sempre sentita a mio agio tra tecnica e numeri. Qui però non si trattava semplicemente di progettare e produrre qualcosa che funzionava a livello operativo e finanziario, ma di offrire servizi ospedalieri e ambienti di lavoro che mettessero al centro di tutto l’essere umano. Tuttora, è questo l’aspetto che più mi piace del mio lavoro e che mi spinge a proseguire sulla strada intrapresa già ai tempi dell’università».
La carriera di Daniela Franco in seno all’istituto di Gravesano è decollata in un periodo di grandi cambiamenti per l’intero settore sanitario, che tra l’altro prevedeva, nel 2012, l’introduzione in Svizzera di un nuovo sistema di finanziamento. «Il passaggio dalla vecchia alla nuova organizzazione ha richiesto preparazione e adattamento da parte di tutti gli attori coinvolti, in particolare tramite l’avvio di un progetto operativo e finanziario specifico, del quale ero responsabile». Poco tempo dopo, nel 2013, Ars Medica è stata acquisita da Swiss Medical Network, uno dei maggiori gruppi svizzeri di cliniche private, che in Ticino gestisce anche la Clinica Sant’Anna di Sorengo. «Ho cominciato quindi a collaborare come Project manager con tutti gli istituti del gruppo, occupandomi dei più svariati aspetti gestionali, fino ad ottenere nel 2018 la nomina di vicedirettrice della Clinica Ars Medica e, più di recente, quella di direttrice». La sua impronta è già concreta. Ne è un esempio l’apertura, un anno fa a Manno, di un centro dedicato allo sport unico nel suo genere in Ticino. «Il Centro dello Sport di Ars Medica è nato grazie all’intenso lavoro di un team di esperti, tra i quali medici e fisioterapisti specializzati. Offre, sotto lo stesso tetto, servizi preventivi e di riabilitazione pensati per i professionisti come per gli sportivi alle prime armi, per chi deve iniziare un’attività fisica come per chi deve tornare in campo dopo un infortunio».
Oggi la nostra interlocutrice è una donna sicura di sé, consapevole delle sfide che il suo ruolo di direttrice comporta. E nonostante gli impegni, da persona attiva ed estroversa qual è, riesce comunque a coltivare interessi e affetti. «È una questione di buona volontà e attitudine personale. Il tempo per se stessi, per la famiglia e per gli amici si trova anche quando i doveri superano i piaceri. È importante riuscire a ritagliarsi piccoli spazi per fare una telefonata, uscire a cena in compagnia o far visita ai propri cari. Io non potrei mai farne a meno, come non rinuncerei mai alle passeggiate e alle corse in montagna». Daniela è infatti anche una sportiva appassionata; ha corso mezze maratone, partecipato alla Stralugano e alla Monte Bré Vertical Race, giocato a calcio e pallavolo, pedalato in bicicletta, praticato il nuoto,… La sua è una vita in costante movimento «e non ho intenzione di fermarmi. Abbiamo la fortuna di vivere in un paese che offre molto dal punto di vista paesaggistico. Sarebbe un peccato non approfittarne! La bellezza della natura che ci circonda rende persino piacevole la fatica».