«Che sensazione ti suscita questo quadro?». «Direi anzitutto serenità». «Perché?». «Questo scorcio potrebbe essere l’angolo di piazza Cioccaro in cui, da bambino, ogni sabato mattina andavo con mia madre a comprare la polenta nella bottega di una signora. Ricordi e profumi indimenticabili. Sono cambiate molte cose: il negozietto è scomparso e purtroppo anche mia madre». Confidenze di un pomeriggio al Museo Plebano di Agno, visitato assieme a Ioana Butu, da un anno coordinatrice per la Svizzera italiana di «TaM - Tandem al Museo». Un progetto interessante, anzi geniale: i partecipanti discutono liberamente davanti a un oggetto o un’opera, ne osservano i dettagli, sviluppano un racconto e approfittano dell’occasione per conoscersi un po’.
Partecipare è semplicissimo. «Basta annunciarsi a noi o alla galleria prescelta – ci spiega Ioana – e si passa un momento insieme: volontario TaM e visitatore. Un modo diverso e particolare di scoprire le collezioni, con una persona che non è operatrice culturale o esperta d’arte, ma con la quale, semplicemente, si lasciano fluire le proprie emozioni, parlando di cosa evoca questo o quel quadro, e poi creando una storia che – assieme alla foto dell’opera e al selfie della coppia – viene pubblicata sulla piattaforma del Museo immaginario svizzero (mi-s.ch)».
Si tratta di un’opportunità – tra l’altro gratuita! – ancora relativamente poco conosciuta a sud delle Alpi, mentre a nord sta facendo furore da parecchio tempo. «TaM – Tandem al Museo» nasce nel 2020 come sviluppo di «GaM – Generazioni al Museo», ideato nel 2013 dal Percento culturale Migros...