«È stata una gara epica, fantastica, durissima. Per farti capire: acqua a 17 gradi, fuori caldo desertico a 34 gradi con vento asfissiante e salite sia sul percorso in bici sia nella maratona. Come essere su Marte. Tutto sommato è stato comunque il miglior Ironman che abbia mai fatto. Peccato per il risultato: ho avuto problemi di linee a nuoto ma in bici sono andato forte, recuperando terreno. Poi durante la corsa un attacco di dissenteria – penso a causa di qualcosa che ho mangiato e delle temperature – mi ha tagliato le gambe. Ho concluso al 66.mo posto di categoria. Sono veramente felice dell’esperienza. Ringrazio l’amico Daniele Bianchi per l’assistenza e la mia famiglia (la moglie Cinzia e i figli Sofia e Leo) per il sostegno a distanza». Parole pronunciate dopo il quarto Mondiale di Ironman al quale ha preso parte, sabato 7 maggio nello Utah, unico ticinese tra la cinquantina di rossocrociati.
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