«E voi cristiani cosa fate oggi?». A questa domanda, Federico Ozanam risponde creando, nel 1833 a Parigi, un piccolo gruppo dedicato all’assistenza dei poveri, che due anni dopo diventa la Società San Vincenzo de’ Paoli. Oggi è presente in 154 Paesi e conta 2,3 milioni di volontari. La comunità ticinese organizza due eventi in suo onore e presenta la propria attività.
Giovane studente universitario a Parigi, il milanese Federico Ozanam (1813-1853) comincia a interessarsi degli ultimi, gli emarginati, si prende cura dei poveri, si reca nei quartieri disagiati. È accompagnato da sei amici, tutti ispirati ai pensieri e all’opera di San Vincenzo de’ Paoli (1581-1660), conosciuto allora come il «padre della carità». Quell’aiuto disinteressato diventa un marchio di fabbrica, un modo di annunciare il Vangelo con fatti concreti e azioni incisive a favore del prossimo.
Oggi i vincenziani sono presenti in ogni angolo del mondo, Ticino compreso, dove operano undici Conferenze – sei nel Luganese: Viganello, Mezzovico-Vira-Sigirino, Massagno, San Nicolao Besso, Cristo Risorto Lugano e San Lorenzo Lugano – con il sostegno di 136 soci attivi. Sono volontari laici pronti a tendere la mano, garantire solidarietà e rispondere a svariati bisogni.
I campi d’azione sono due. «Il primo – ci spiega Gianfranco Plebani, presidente delle Conferenze San Vincenzo de’ Paoli in Ticino – riguarda il calore umano: visitiamo a domicilio, parliamo, ascoltiamo persone sole, disorientate e affrante, le accompagniamo dal medico... E poi ci sono le questioni finanziarie: molta gente fatica a mettere qualcosa in tavola e ancor più a pagare bollette, affitti, cassa malati. Un mondo sommerso che non arriva a fine mese per motivi diversi: perdita del lavoro, divorzio, cattiva gestione e ultimamente rincaro del costo della vita».