«L’occasione per tornare a parlare di Filippo Boldini a oltre vent’anni dall’ultima esposizione – spiega la direttrice, Mariangela Agliati Ruggia – ci è stata fornita da sedici bozzetti di proprietà privata che, riemergendo dalle nebbie della storia, sono stati segnalati alla Pinacoteca Züst. Si tratta di pannelli, da eseguirsi poi ad affresco, presentati a concorsi pubblici o per opere commissionate da privati. Sono una dimostrazione dei tentativi di Boldini di aprirsi, oltre alla pittura di cavalletto, uno spazio in quell’ambito». Gli studi preparatori erano rimasti nella casa del pittore. Sono dipinti su Heraklith, lana di legno compressa e utilizzata di solito come isolante, anche fonico, nelle costruzioni. Si è quindi deciso di presentare per la prima volta al pubblico questo materiale, testimonianza di un aspetto poco conosciuto dell’attività del pittore, affidando il suo studio a Cristina Brazzola (Museo d’arte della Svizzera italiana).
Accanto a questi bozzetti a Rancate sono esposte le opere di Boldini presenti nelle collezioni pubbliche luganesi e conservate al Museo d’arte della Svizzera italiana e al Comune di Paradiso. Una rassegna quindi preziosa, frutto della collaborazione tra istituti diversi, ma anche complementari, a cui si aggiunge il Museo Villa dei Cedri di Bellinzona, depositario da alcuni anni di opere di proprietà del Comune di Paradiso. Nel catalogo pubblicato a corredo della mostra si presenta per la prima volta l’inventario completo e illustrato di questi lasciti.
Filippo Boldini (Paradiso 1900 - Lugano 1989) è un artista amato e collezionato nel Canton Ticino e a lui sono state dedicate mostre e pubblicazioni. Conduce una vita appartata e tranquilla, lontano dalla mondanità, circondato dagli affetti familiari e dagli amici più fidati. Nel 1927 dall’unione con la moglie Marily nasce una figlia, Anna, detta familiarmente Annaly. La piccola viene ritratta a più riprese dal padre e a lei si è voluta dedicare un’intera sezione in mostra. Nel 1945 Annaly comincia a manifestare i segni di quella malattia degenerativa che la porterà alla paralisi e alla morte ad appena 26 anni, nel 1953, lasciando un segno indelebile nell’animo dell’affettuoso padre.