di Marina Carta
Fuori imperversa il maltempo. Piogge, smottamenti e allagamenti provocano parecchi disagi alla popolazione e la prima domanda sorge spontanea: l’ambiente si sta ribellando? «Sembrerebbe di sì: le evidenze scientifiche mettono in correlazione questi avvenimenti meteorologici estremi con i mutamenti climatici. Siamo noi i responsabili di questo cambiamento, che sempre di più provocherà fenomeni violenti, ai quali non eravamo abituati. Le precipitazioni di fine luglio rientrano in quelle che capitano ogni 30/100 anni, ma ormai sono piuttosto frequenti. Se non agiamo in fretta, tempeste, frane e alluvioni diventeranno la regola».
Nato nel Canton Giura nel 1975, Ponti è cresciuto a Massagno. Dopo aver conseguito, nel 1994, la maturità liceale, ha intrapreso gli studi in diritto presso l’Università di Zurigo. Ottenuta la licenza di avvocato, nel 2003 si è trasferito a Losanna per specializzarsi in criminologia. Ramo curioso per chi da sempre è impegnato nella tutela della natura. «La professione di avvocato rappresenta la mia vita lavorativa, mentre per la natura nutro un vero e proprio amore». Tutto è cominciato negli anni ottanta: «A scuola si parlava di buco nell’ozono, di qualità dell’aria e specie animali in via d’estinzione, mentre il Wwf avviava importanti campagne di sensibilizzazione, che pian piano mi hanno coinvolto. La mia avventura nel comitato di Pro Natura è iniziata nel 2001, quando alla presidenza c’era ancora l’avv. Graziano Papa». Pochi anni dopo, a seguito del ritiro di Papa, l’associazione si è riorganizzata passando da un comitato esteso a uno più snello, nel quale sedevano principalmente biologi. Pur rimanendo sempre vicino all’associazione, la collaborazione è quindi andata scemando, fino al 2018 quando «sono stato interpellato per fungere da legale “ufficiale” dell’associazione. Un onore per me. Nella primavera di quest’anno è poi arrivata, inaspettata, la proposta di riprendere le redini di Pro Natura Ticino. L’assemblea mi ha eletto presidente nel mese di giugno e, di conseguenza, il mio compito è radicalmente cambiato. Delle opposizioni e dei ricorsi dovrà occuparsi qualcun altro, perché ora devo concentrarmi sui progetti da portare avanti – il più importante riguarda il rilancio del Centro Lucomagno di Acquarossa – e sulle questioni organizzative, finanziarie e burocratiche, che permetteranno all’associazione di continuare sulla strada intrapresa finora».
Ma non è tutto: Pro Natura è chiamata ad esprimersi anche sulle grandi opere federali e cantonali in via di realizzazione. «Parliamo di Alptransit, del raddoppio del Gottardo, del tram-treno… cantieri che possono impattare in maniera significativa sul territorio e che richiedono attente valutazioni. Troppo spesso ci dimentichiamo quanto gli ecosistemi siano fragili. Il Ticino non fa eccezione: abbiamo la fortuna di vivere in uno splendido territorio, che va preservato e rispettato!».
Grandi progetti comportano inevitabilmente grandi impegni, che però non impediscono a Daniel Ponti di alzarsi dalla scrivania per scendere attivamente in campo; anzi, in acqua. Subacqueo appassionato, è anche presidente dell’associazione Fondali puliti del Ceresio: «durante le nostre immersioni ripeschiamo ogni sorta di rifiuto. Troviamo di tutto (frigoriferi, copertoni, plastiche, …) nonostante, e per fortuna, oggi nessuno usi più il lago come discarica personale». Resta del tempo libero? «Beh, la natura rimane il mio ambiente: sono un “fungiatt”, volontario del Centro protezione chirotteri, Guardia della natura e, dulcis in fundo, un papà orgoglioso di una bimba (Emma) di quattro anni. Passeggiamo spesso nel bosco armati di sacchetto di plastica per raccogliere i rifiuti abbandonati da escursionisti maleducati. Lei si diverte e io sento di aver fatto il mio dovere».
Conclusa la nostra chiacchierata, usciamo dall’ufficio, non prima di aver spento la luce. «Diamo il buon esempio. Proteggiamo la natura ed evitiamo lo spreco di energia!». Da buon ecologista, Daniel Ponti non si smentisce.